sabato 17 maggio 2014

La "mora" con gli occhi azzurri

La  “mora” con gli occhi azzurri.
La notte era da tempo inoltrata, quando cominciarono ad udirsi le prime esplosioni. Seguite da incendi. Paul si affacciò ad una finestra della sua piccola abitazione alla periferia di Malmò, in tempo per scorgere alcuni orsi bianchi, che, per nulla intimoriti dai boati delle esplosioni, girovagavano per strada, come di consueto notte tempo, alla ricerca di cibo, solitamente reperibile tra gli scarti dei bidoni della spazzatura. Subito dopo gli arrivò la telefonata dal comando che lo informava che la cittadina era oggetto di numerosi attentati. Che la chiesa metodista del quartiere era in fiamme. Ed analogamente dicasi per la fabbrica della birra, che dava lavoro ad un centinaio di operai e che era l’unica iniziativa economica di un certo livello esistente nella zona. Il piccolo museo di opere pittoriche non aveva subito alcun danno. Contemporaneamente sulla spiaggia erano approdati numerosi medioorientali, bisognosi di assistenza. Per fornire sui luoghi una qualche supporto di presenzialismo istituzionale, vennero mobilitati ed affiancati agli scarsi agenti  della polizia locale anche i custodi del museo (in tutto 4). Ove da tempo faceva bella mostra di se un quadro de “La Pietà” di un’autore moderno, quadro concesso da un museo di Amsterdam, ove era stabilmente collocato. Quali fossero le motivazioni degli attentatori non risultava ben chiaro. Paul riteneva trattarsi di diversivi. Venne altresì ritrovato il corpo senza vita di una donna, né giovane né bella, che, come si seppe dopo, era un’abile falsificatrice di quadri. Ed allora Paul cominciò a comprendere. I diversivi erano stati posti in essere per celare il vero obiettivo dell’azione criminosa:presumibilmente il quadro de “La Pietà”. Che sembrava essere, come prima, normalmente in esposizione nel museo di Malmò. Ma che non era l’originale ma solo una falsificazione ben fatta, (come si appurò a seguito di esami di laboratorio) in quanto il quadro autentico era stato trafugato. L’autrice della falsificazione era stata uccisa perché non rivelasse l’inganno ed i suoi autori. Il quadro vero era stato ritrovato successivamente ad Amsterdam, presso un’antiquario non nuovo ad analoghe imprese. Tutti coloro che vennero interpellati sulla vicenda, ebbero a confermare che molto spesso una distinta signora si recava nel museo soffermandosi a contemplare il quadro. E tutti erano concordi nel descrivere la visitatrice come “una mora dagli occhi azzurri”. Tale fraintendimento era l’evidente frutto di inesatte esperienze linguistiche acquisite in occasione di qualche loro viaggio turistico in Italia. Poiché non si erano resi conto che non esiste (neanche in Italia) una “mora con gli occhi azzurri”. (continua). NB.I fatti, i personaggi, i nominativi, le vicende e quant’altro sono puramente immaginari , inesistenti ed esclusivo frutto della fantasia dell’autore.

Bluewind

3 commenti:

  1. Grande davvero che,tutto si immagina e tutto puó essere vero. Mirka

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  2. Nulla è impossibile. Specie ciò non si pensa. (Ed adesso ci mancherebbe solo un: "così parlò Zaratustra"). Ciao. Mimmo

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  3. , Manca solo un che, dopo dopo il ciò. Mimmo

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