REISE NACH OMSK
Quella mattina Daniel Kutzenov si risvegliò più tardi
del solito. Fu lo stridio dei gabbiani a svegliarlo. Non si trattava di uno
stridio lamentoso, peraltro insolito per i gabbiani, ma sembrava essere uno
stridio di protesta. Poiché ad una certa ora della mattina erano abituati a
ricevere da Daniel la loro fetta di pane (integrale). E l’ora era già passata.
(Da un pezzo). Daniel da tempo tentava di addomesticarli, per ciò che era
possibile fare. Trattandosi di esseri estremamente timidi, scontrosi e
diffidenti. Specie il suo preferito (che aveva visto crescere ed era il più
timido e scontroso di tutti). Occorreva, quando gli si portava il cibo (il
pane) non fare movimenti bruschi. Non avvicinarsi troppo. E dal momento in cui
aveva iniziato i suoi tentativi (di addomesticamento) gli sembrava, in un certo
senso, che tra lui e loro, si fossero accorciate le distanze. Prima di portare
le fette di pane, lanciava un fischio. Ed i gabbiani, che prima risultavano
invisibili. Accorrevano da tutte le parti. Una volta un’avvoltoio, che
probabilmente non gradiva le sue attenzioni verso i gabbiani, si era lanciato
in picchiata verso la sua testa. E gli era sembrato che un gabbiano, poco
distante, (il più timido, il suo preferito) si fosse improvvisamente lanciato
in sua difesa, facendo allontanare l’antipatico intruso. Daniel si affacciò ad
una delle finestre dell’isba. Il suo pensiero viaggiò lontano. Al fratello del
suo bisnonno (che lui aveva conosciuto) pope di una Omsk (una città della Siberia
occidentale) che, all’epoca, non era una cittadina moderna com’è ora. Era il
pope principale dell’unico tempio religioso ivi esistente. Ove aveva adibito
una stanza (che teneva con una finestra sempre aperta) come ricovero di piccoli
volatili. (suscitando le critiche del vicinato). Non so quante e quali regole
di igiene collettiva il vecchio pope abbia, a suo tempo,
violato.(Presumibilmente moltissime. Anche egli, evidentemente, aveva una
passione per i volatili).Una volta Daniel era entrato in quella stanza/ricovero
fuggendone di lì a poco per l’incredibile polverio, in costante sospensione
nell’aria, causato dal continuo svolazzare dei piccoli volatili. Il vecchio
pope era uno spirito libero. A suo tempo non comprese la ragione per la quale
lo zar era entrato in guerra contro gli imperi centrali. Di ciò non fece
mistero con chicchessia. Né si verificarono per lui, in prosieguo, conseguenze
negative. E’ vero che non fece carriera.
Ma forse ciò avvenne per le critiche del vicinato. In quanto sembrava
prediligesse più i volatili. Delle pratiche religiose. Daniel guardò fuori. Il
vecchio ciliegio era rimasto completamente privo di foglie, in previsione della
imminente stagione autunnale. Tranne un’unica foglia, che svettava su uno dei
rami più alti, ma era in procinto di cadere. E della quale, ma evidentemente
non era ancora ben sveglio, gli sembrava di avere intercettato un dialogo con
gli altri piccoli esseri (erbe ed insetti) che popolavano il giardino. La
foglia, diceva loro, che nella sua breve vita aveva visto proprio tutto. Forse
molto più di quello che avevano visto altri. E che adesso desiderava solo
andarsene. “Dove andrai ?” Le
chesero le erbe e gli insetti. “Non so”
rispose la foglia, staccandosi dal ramo e cadendo in terra “ forse a dormire anche io.”.Per
diventare anch’essa (la foglia) terra e dare, ancora, nutrimento e vita a chi
lo è ancora (in vita).
NB. Il post utilizza in parte (alquanto travestendole)
memorie personali di BW e, nella parte che riguarda la foglia, ne ha
tratto lo spunto dal bel racconto (non solo per bambini) di Mario Lodi
(che oltre ad essere scrittore è anche insegnante) dal titolo “La dolce morte di Bandiera” (che a BW piace ridenominare “Bandera”,forse perché più barricadero). E’ un bellissimo racconto
che (sono parole dell’Autore) narra la storia di una foglia di ciliegio la quale ”mentre tutte le
altre sono ormai cadute, sventola sulla cima del ramo più alto:”
forse si tratta di “ una foglia ribelle, che non vuole morire per vedere ciò che
verrà dopo…”
Bluewind