martedì 24 febbraio 2015

FAUTORI DEL BENE

FAUTORI  DEL  BENE
Scesa la notte, Rimbaud  raggiunse la periferia di Harar rimanendo in attesa delle sue amiche serali. Le iene. Con le quali sentiva di avere una specie di affinità. Incontrollabile oscura e misteriosa.  Che, sembra, accompagnasse l’uomo sin dalla notte dei tempi. Come gli aveva spiegato il suo amico Freud, si trattava dell’inconscio. Che sempre spingeva verso il bene ma nel contempo determinando,  (forse) inconsapevolmente il male. Le iene erano arrivate. Se ne era sentita già a distanza il loro puzzo. Gli diede la carne, puzzolenta ma non troppo. Invitando gli altri europei ,che lo avevano accompagnato ,a fare altrettanto. Lo imitarono. E le iene sembravano loro grate. Poiché si limitavano a sfiorare le loro mani. Senza ferirli. Forse riconoscendo loro una qual certa “affinità elettiva”. Gli indigeni, abitanti di Harar, consideravano tali rituali, che si susseguivano regolarmente ogni sera, come abituali e tipici degli occidentali. Considerati, da tempo, come grandi parolai ed altresì grandi propiziatori del bene. Ma, a volte, nel contempo, e forse inconsapevolmente, creatori del male. Ma forse era, incontrollabilmente, l’inconscio.

 BW 

DORMIRE...(forse sognare)


DORMIRE….(forse sognare…)

Il tuono fu prolungato e fragoroso. Quella che inizialmente era pioggia si trasformò in una neve che cadeva a larghe falde. Subentrò un silenzio soffice ed ovattato. E la capanna cominciò a tremare. Era il terremoto. Paul fece entrare i due cani che, all’esterno, ululavano spaventati. Presumibilmente richiedevano la tranquillizzante vicinanza dell’uomo e, forse, un poco di calore. La capanna era robusta. Avrebbe, sicuramente, retto alla neve, anche se abbondante, ed al terremoto. Per il focolare v’era legna in abbondanza. E poi, al limitare del bosco, non sarebbe mai mancata. Anche le vettovaglie erano ancora sufficienti per qualche giorno ancora. E la capanna cessò di tremare. Una qualche luminosità cominciò a filtrare dall’esterno. Dall’unica finestra. Paul allora si svegliò.  Ebbe la sensazione di aver fatto un brutto sogno. Forse dormire non era stato un soddisfacente rimedio. Contro il freddo  e l’oscurità della notte.

Bluewind

domenica 22 febbraio 2015

LA MANO INVISIBILE




LA  MANO  INVISIBILE

Secondo l’Articolista di pag. 23 di Repubblica  del 19/2/15, i lavori di restauro e ripristino effettuati nella basilica del Santo ad Assisi “rischiano di alterare gravemente i colori degli originali “ restaurati e,  ad avviso di BW, non solo di questi. More solito, poiché non è la prima volta che questo accade. Un meraviglioso affresco, databile nel 1200-1300 circa, raffigurante un cavaliere con il suo cavallo al galoppo in uno spazio senza fine, sullo sfondo di un cielo praticamente nero costellato di numerosi sprazzi di luce è stato tempo fa, restaurato e trasformato in ciò, così si sostiene, che era prima,  e cioè con un cielo di colore normale (azzurro) senza sprazzi di luce e con un galoppo che sembra  effettuarsi su un tranquillo sentiero di campagna.   E non già, come era prima dell’attuale intervento di ripristino,( e per effetto della mano invisibile del tempo e delle diverse occasionalità che ne fanno parte), un galoppo nello spazio e nel tempo infiniti, cioè nell’infinito, immateriale ed eterno  (il buon Leopardi direbbe: “nell’infinità”). In altra zona (nel Maceratese) un altro affresco parietale raffigura la cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso terrestre. Ma la parete affrescata mostrava le numerose incisioni causate dai colpi si scalpello che, nel passato, avevano infruttuosamente tentato di asportare l’affresco, ritenuto un pericoloso veicolo di infezione dalla pestilenza, all’epoca imperversante nella zona. Senonchè quelle incisioni causate dagli scalpelli, frammiste al pulviscolo della pioggia sferzante su corpi  nudi dei nostri progenitori, rendevano ancor più tragica la scena. Non solo visivamente.  e  non si ritenga ciò una chiave interpretativa troppo visionaria ed immaginifica, considerando altresì che anche Einstein lo era, a suo modo.  Avendo scardinato e capovolto quella che si riteneva essere la tipologia realista della realtà. Cioè dell’esistente.
 BW

lunedì 9 febbraio 2015

SILENZIO INCANTATORE


SILENZIO  INCANTATORE

Scrive Bob Dylan  (su La Repubblica del 9/2/15, pag.41) che le ragioni del suo successo sarebbero da attribuirsi sostanzialmente a John Hammond,talent scout della Columbia Records, che, non appena lo ebbe conosciuto, gli fece firmare un contrattoi quando ancora “non era nessuno”. La sua decisione (quella di J.Hammond) fu sicuramente coraggiosa. Evidentemente amava il rischio. Ma non fu solo quello. Evidentemente la vera ragione del successo di B.D.l era da attribuire a ciò che costituiva la sua vera essenza di vita e che John Hammond fu in grado immediatamente di recepire, per una sorta di sensazione empatica, che gli era del tutto tipica e consueta. Comprese infatti che Bob Dylan era uno spirito eletto, da sempre contrario allo statu quo, all’indifferenza dell’uomo per….l’uomo.  E per le sue necessità non solo materiali. Il testo dei suoi motivi lo dimostra. ( esemplificamente cfr Blowin’ in the Win: “Quanta strada un uomo ha da fare prima che uomo lo chiamiate ?...La risposta, amico mio, sta dileguandosi nel vento…”. “quante volte un uomo può voltarsi e fare finta di non vedere ? La risposta, amico mio, sta dileguandosi nel vento…”. ….Sembra quasi di sentir rieccheggiare il messaggio di M.L.King  : “A me non fanno paura le parole dei violenti…a me fanno paura i silenzi degli onesti…”)
 BW

sabato 7 febbraio 2015

IL CORAGGIO DELL'OVVIETA' (MU...come Mughini)


IL CORAGGIO DELL’OVVIETA’ (Mu… come Mughini)

Giornalista, opinionista, entusiasta collezionista di opere futuriste.Fondatore del Manifesto, già direttore di Lotta  Continua, dei Quaderni piacentini…. E’ Giampiero Mughini. Lo si incontra spesso dalle parti di Via dei Giubbonari e dei Chiavari.Nei cui pressi dovrebbe abitare. In Roma. Indossa abiti fuori dal comune. Dai colori stranissimi. Inconsueti. Forse per superare, almeno visivamente, l’ovvietà consueta degli algoritmi esistenziali che qualcuno (che conta) afferma trattarsi del nuovo che avanza (e non già del dejà vu). Incontratolo su un tram (se ricordo bene, l’8) aveva con se un secchiello (di plastica, di quelli che portano i bambini al mare). Pieno di libri. Gli chiesi se quella era la sua borsa di lavoro. Mi rispose semplicemente e laconicamente con un “Si”. Ed iniziò a guardarmi fissamente. Forse pensava che lo volessi prendere in giro.
BW

giovedì 5 febbraio 2015

IRRESISTIBILE

Questo motivo cessa di essere tale per divenire, trepidamente, uno stato d'animo.Il passato remoto ssieme a ciò che è stato e non tornerà...(Non potevo ulteriormente impedirmi di accompagnare un mio post con un motivo analogo. In fondo Gianna è stata da tempo la mia cantante preferita)
BW