Lamenti da bar
Sono, (secondo Gramellini, sulla prima pagina
de “ La Stampa” di mercoledì 22/02/012) quelli di chi ritiene che “i sindacati difendono i mascalzoni e penalizzano i
volonterosi”. Di chi ritiene che
“gli imprenditori portano i soldi in Svizzera
invece di investirli in azienda. I manager non vengono pagati per quanto
producono ma per quanto tagliano. I ragazzi piangono miseria però si rifiutano
di fare i mestieri umili….”Secondo Gramellini, si tratterebbe ormaai di
“luoghi comuni , che sarebbero tali perché
conterrebbero “un fondo di verità”. Ma che
se “pronunciati fuori dal loro contesto naturale”
(i bar…dello sport) si tramuterebbero in una “generalizzazione
che avvelena la convivenza e fa scattare la rappresaglia”. E così
avviene che a qualcuno che non “aveva ancora finito
di sputare veleno sul sindacato “ qualcun altro suggerisca “”di guardare a casa sua” con un’allusione
riguardante procedimenti giudiziari in corso a carico di familiari. Osserva
giustamente Gramellini che “quando le vacche sono
grasse questi scambi di cortesie aiutano ad ingannare la noia. Ma nei momenti di
bestiame carne ed ossa trasmettono solo sgomento “ ad una umanità che di sgomento ne ha già troppo. Con ciò
sembra che l’editoriale ponga, sotto traccia e quasi gentilmente, un quesito.
Al quale darsi una risposta. Che prima o poi verrà data.
Westwind