domenica 27 ottobre 2013

CRONACHE DELL'INESISTENTE

CRONACHE DELL’INESISTENTE

Due significative prospettive, alquanto convergenti, vengono esposte nella rubrica “lettere a C. Augias (su La Repubblica del 27/10/13, p.22). Secondo Michele Serra (ne “L’Amaca”) avere la maggioranza dei consensi non significa – sempre – aver ragione. E quindi non tutte le maggioranze sono, per così dire, una malattia (Mutis/De Andrè) e non tutte le minoranze sono virtuose. Mentre, secondo il Lettore Giorgio De Donno, l’elettorato in generale più che interessarsi ad una scelta indirizzata al bene comune ed all’etica pubblica, opta per quelle che – secondo il lettore – sono “una scalcagnata banda di cialtroni” nell’illusione di fare il proprio personale interesse (economico). (C.Augias spinge a fondo l’analisi, osservando che per ben due volte in meno di un secolo, nel nostro Paese il potere è stato assunto da coloro che risultavano tutt’altro che indirizzati alla esemplarità etica.  Tratterebbesi pertanto di una specie di tara genetica  dalla quale risulterebbe, nella generalità,afflitta l’intera collettività. Ma se fosse così non vi sarebbe speranza neanche per il futuro. Perché  ciò che è genetico non si cura). Presumibilmente  sia C. Augias, sia  M.Serra, sia G.De Donno pensano alla stessa cosa, senza trarne le conseguenti implicazioni. Che cioè dalla eventuale positiva futura responsabilizzazione dell’elettorato (nel senso sopra indicato da M.Serra e G.De Donno) dovrebbe conseguire altresì che coloro che vengano elettoralmente prescelti rischino, a volte, l’impopolarità e sappiano (e vogliano) dire di no a scelte, sia pur acclamate a furor di popolo, improduttive e lesive sia sul piano dell’etica pubblica che del bene comune. Il che non sempre accade. (Ma forse vado alla ricerca di ciò che non si trova, poiché – presumibilmente – non si può trovare). Poesia di Carnevale: “Piccolo bimbo, non guardare il cielo, guarda la terra”.

Bluewind

venerdì 25 ottobre 2013

UN CONTRIBUTO ALLA CRISI

UN  CONTRIBUTO  ALLA  CRISI

Se fosse solo per il caffè.. Ma forse il Lettore di “lettere a Corrado Augias “ (su La Repubblica del 26/10/13, pag.28) allorchè ha riferito di essersi recato a Trastevere in diverso bar (con prezzo normale), rispetto a quello che, per la consumazione al banco di un caffè, gli aveva chiesto Euro 3,50, pensava non solo al  caffè…. 
Bluewind

giovedì 24 ottobre 2013

SERATA BLU


(SERATA BLU) 20/6/1914.Un’estate a Baden. Cittadina immersa tra 
gli  alberi ed affollata di casette, di vacanza, stile Biedermeier e di caffè all’aperto. La notizia fece improvvisamente tacere le orchestrine ed il brusio dei loro numerosi frequentatori. Ferdinando e consorte erano rimasti vittime di un assassinio politico a Sarajevo. Lo sgomento generale non fu pari  quando la stessa sorte toccò, a Mayerling, al principe Rodolfo. Figlio unico dell’imperatore F.Giuseppe. Di ben altra tempra, per le sue idee moderne e progressiste e, per questo, benvoluto da tutti. Il vecchio contadino, per il quale le uniche novità ad interessarlo erano quelle riguardanti il suo vigneto, non era consapevole di essere portatore di una terribile profezia, quando ebbe a dire “E’ stata un’estate quale da tempo non si vedeva. Avremo un vino straordinario. La gente si ricorderà a lungo di questa annata…” Una strana fratellanza ebbe ad unire ben presto tutte le classi. Tutti i ceti. Distratti da quell’evento (la guerra) che costituiva uno dei pochi diversivi di una vita spesse ripetitiva e monotona. Le dame della buona società giurarono solennemente (con dichiarazioni pubblicizzate sui quotidiani) che non avrebbero più pronunciato una sola parola in francese o inglese. Anche i letterati diedero un loro contributo, mediante una specie di sequestro dei beni culturali del passato. (Non furono più rappresentate le opere di Shakespeare). Dopo l’entrata in guerra dell’Italia, si cominciò anche a dubitare dell’italianità di…Dante. Per le strade si videro con maggiore frequenza circolare degli strani carretti, trainati da cani, con sopra mitragliatrici pesanti. Era la guerra. Che infondeva in tutti un singolare entusiasmo e ,come ritenuto da Freud, doveva considerarsi una sorta di disgusto della civiltà, con il desiderio di staccarsi finalmente dal mondo borghese delle norme e delle leggi. Ed in tal modo sfogare i primordiali istinti del sangue e dell’homo cosiddetto sapiens. In effetti, dopo una pace che durava sin dal 1865, nessuno si rendeva conto  quale terribile esperienza fosse la guerra. Che, secondo molti, non era altro che uno squillare di marcie trionfali e non l’inizio di una lunga, penosa serata blu.
Lo spunto di questo post è stato tratto da alcune pagine di “Ricordi di un europeo” (Il mondo di ieri) di S. Zweig.
Bluewind


(Possibilmente) SENZA COSTI FISSI

(Possibilmente) SENZA COSTI FISSI

Senza voler dir male della “spontanea, costruttiva ed assolutamente non rancorosa polemica sui compensi alle Star della RAI”, così scrive  l’Articolista di 1° pagina de La Stampa (del 24/10/13) . Il quale obietta che la rinuncia di Crozza, quale conseguenza, da parte della RAI, di  non corrisponderGli il compenso abbondantemente propagandato dalle cronache (giornalistiche) sarebbe causa di disappunto per la generalità degli utenti poiché in tal modo si sarebbe rinunciato ad un Artista “che avrebbe portato a casa (RAI)” dei sostanziosi utili. Sfugge evidentemente che la RAI è un servizio pubblico e che risulta inopportuno (a dir poco), specie in tempo di crisi, con una collettività, parte della quale è ai limiti della sopravvivenza, si corrispondano ingenti somme ad artisti della cd. satira. E se il “costo” del servizio non è idoneo a coprirne le spese, potrebbe essere segno che i conti sono stati fatti male. E se, in tal caso, deve ricorrersi alla privatizzazione, che avvenga pure. Ma non certo a spese dell’utente (se possibile).

Bluewind

mercoledì 23 ottobre 2013

CASTELLINARIA

CASTELLINARIA

Sembra che a Torino farsi obliterare il biglietto del tram o dell’autobus, facendolo passare di mano in mano fino all’apposita macchinetta obliteratrice sia un’episodio inconsueto. Se così non fosse, non si vedrebbe la ragione per farcelo raccontare sulla prima pagina de La Stampa (del 23/10/us). Nella quotidiana rubrica “Buon giorno”, che riguarda i fatti del giorno. V’è altresì, sempre sulla prima pagina, una foto che ritrae la folla di visitatori all’inaugurazione della mostra dedicata al “maestro dell’impressionismo” (Renoir). A Roma mostre dello stesso tipo non sono inconsuete. Ed ogni volta vantano un discreto numero di visitatori. Spesso sono turisti. Innamorati da sempre della città, ed anche di qualsiasi cosa vi si trovi. Stazionano (i visitatori) lungamente avanti a ciascun quadro, con atteggiamento di preoccupata ed estrema serietà. Incuranti dei numerosi bivacchi di scolaresche di piccoli bimbi, accompagnati dalle rispettive maestre, che, accovacciati in circolo, si dedicano ai propri abituali giochi infantili, incuranti dell’arte che li circonda. La prima impressione (evidentemente troppo frettolosa e forse arbitraria) è che tali pensierosi visitatori non abbiano compreso proprio nulla di ciò che stanno guardando. E che comunque, in seguito, saranno prodighi di commenti estremamente favorevoli ed al tempo stesso generici con le proprie conoscenze di palestra, pub o di pianerottolo condominiale. (Forse per sembrare “in”) Ma di ciò non v’è da meravigliarsi. Poiché (a volte e non solo a volte) sembra prevalere la realtà di ciò che si dice (o si scrive) e non di ciò che effettivamente è. Della serie (tanto per cambiare) degli 8 milioni di (inesistenti) baionette oppure del più recente “siamo uno dei 5 o 4 paesi più industrializzati del mondo”. (A chiacchere). Che ha imbevuto gran parte della nostra politica sociale ed economica degli ultimi venti o trent’anni. Viene a questo punto alla mente la vecchia canzonetta degli anni trenta. Potrebbe divenire, quasi attuale, cambiando l’ordine di ambedue le frasi (Si dice…ma non si fa).

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lunedì 21 ottobre 2013

LA TRISTE VICENDA

LA TRISTE VICENDA

della ragazza di Modena. Meraviglia che abbia avuto luogo in quel di Modena, che, secondo l’Articolista di La Repubblica del 21/10/13 (C.De Gregorio) è la più “rassicurante delle città emiliane. La Modena delle scuole modello, degli imprenditori che non si arrendono al terremoto…dei ristoranti celebrati oltre Oceano”. Resipiscenze ? Nessuna. Niente dalle famiglie. E dai giovanissimi autori del “misfatto”. Tranne l’affermazione del Sindaco, secondo il quale “inquieta il fatto che questi ragazzi non distinguano il bene dal male”. E’ tutto qui ? Però, secondo l’articolo, “presto verrà il tempo…in cui qualcuno di molto molto autorevole, senza essere per questo canzonato, dirà : NO…E’ un gioco sbagliato”. E se quest’uomo, che speriamo non sia della provvidenza, non riterrà di dare il via a questo “NO” per timore di essere canzonato dal solito “coro” e perdere la sua “provvidenziale” popolarità ? Forse soltanto attendendo tutto si sistema. (Forse no).

Bluewind

venerdì 18 ottobre 2013

AVVENTURA NEL PARCO

Avventura nel parco

Commentando la notizia fornita da un’Articolista (ed apparsa su La Stampa) Bluewind ha pubblicato su internet (sul sito: westwind1930.wordpress.com) il seguente post:
OHNE MAULKORB
Una scolaresca in un giardino (comunale). Infestato da pericolosi dobermann senza museruola.Vengono chiamati i vigili, che prontamente accorrono. E che, ovviamente, contravvenzionano l’insegnante. Poiché la scolaresca (di una scuola elementare) sta giocando con una palletta. E ciò è severamente proibito. (Dura lex sed lex).
Bluewind
Emblematicamente folgorato dalla notizia  e commentando l’accaduto, un Lettore del quotidiano ha inviato  una lettera al Direttore, in cui si evidenzia che l’episodio rivelerebbe che l’uomo odierno è un “egocentrico, orgoglioso, arrogante, incapace di ammettere un torto nemmeno davanti all’evidenza. Insomma un uomo maleducato.” E nel contempo si chiede : “Non è che manca l’educazione ?”. Ma l’educazione di chi ?. Dell’insegnante ? Dei vigili ? Dei bimbi ?. Forse dei pericolosi cani dobermann che, presumibilmente, avrebbero omesso di modificare le proprie sembianze…per poter apparire meno pericolosi ?.
Bluewind




mercoledì 16 ottobre 2013

FORSE TUTTO PASSA

Forse tutto passa

L’inglese della BBC era l’inglese delle classi colte, benestanti. Sta per scomparire, soppiantato dall’inglese della low class ( del Borought market, della Neals street, dei rivenditori di fish and chip - pesce e patatine fritte - ). Caratterizzato da una terminologia più o meno localisticamente accentuata (Scottish, Yorkshire e Wals English). Come sta avvenendo anche in Italia. Ove l’italiano vero è stato da tempo soppiantato da un italiano con inflessioni, più o meno localisticamente accentuate (con prevalenza del romanesco) corredato da un turpiloquio piuttosto robusto. Forse è una negatività. Forse non lo è. Il caso di Steve Jobs è – al riguardo indicativo ed emblematico della prevalenza della negatività sulla positività ( o su ciò che sembrava lo fosse). In effetti Steve Jobs aveva un carattere impossibile. Caratterizzato da quelle che la generalità definisce caratteristiche negative. Ma secondo alcuni tali negatività avevano un aspetto positivo. Poiché gli avevano consentito di far nascere, almeno in parte, la sua creatività. Ed ottenere successo. Consentendoci di poter navigare, ancora una volta, emblematicamente nel mare assurdo, contraddittorio, infinito dell’esistente (o di quello che viene ritenuto tale). Forse tutto passa. Incredibilmente passa. (Senza darci spiegazioni).

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lunedì 14 ottobre 2013

BALLA CON I LUPI (quelli veri, se ci riesci)

BALLA CON I LUPI (con quelli veri, se ci riesci)

Al lupo, al lupo ! è l’invocazione che, recentemente, si ripete Oltralpe. E non dispiace  che un articolista, che sfidando l’impopolarità, scenda in campo ( Marco Albino Ferrari  su La Stampa del 15/10 us, pag 21) in difesa del lupo e che, senza infingimenti giornalistici, rilevi: “Forse il lupo non lo vedremo mai, ma sapere che è tornato…ci dovrebbe rendere tutti più contenti”. (tranne i moralisti….d’epoca).

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domenica 13 ottobre 2013

L'ATTESA

L’ATTESA

Dopo aver letto “Aspettando Godot” di Samuel Beckett, potremmo chiederci chi fosse Godot. Forse – emblematicamente – l’attesa di Dio, un mondo senza padroni, la felicità, l’avvenire dei figli…Ma, forse, le risposte sono sbagliate poiché la domanda stessa è mal posta. Infatti quell’attesa è fine a se stessa. Ed è solo una dimensione dell’esistere, coessenziale alla vita stessa, con la quale si identifica. E durerà tutto l’arco della nostra esistenza. E’ un’attesa di un quid senza un contenuto specifico . E se lo ha, sembrerà un quid diverso da quello che ci si prefigurava all’inizio. L’Autore ce lo fa comprendere. Quel Godot che si fa attendere non arriverà mai. Perché è già arrivato. Sta in noi. Fa parte del nostro stesso DNA. Accompagnerà silenziosamente il nostro mestiere di viventi (sin dalla nascita).

Bluewind 

giovedì 10 ottobre 2013

UN MALIZIOSO INGANNO

UN MALIZIOSO INGANNO
Guardiamocela questa “Annunciata” di Antonello da Messina (psicologicamente ed esteticamente eccezionale). Con la sua espressione enigmaticamente ed ironicamente ambigua che sembra travalicare i tempi, trasfigurando, nell’immagine, la stessa donna di oggi. Piena di sorprese. Forse, anche di maliziosi inganni. Ma pur sempre donna viva. Vera. Carica di umanità. Da sempre così. E che per questo ci piace.
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MONDAN ROMORE:::

 MONDAN  ROMORE…

Con apprezzabile scelta dei tempi il Teatro Regio di Parma Ha iniziato la sua stagione lirica con il Simon Boccanegra di G.Verdi. Una delle opere più amate dal suo Autore. Evocativa di una che, forse da sempre, costituisce una delle dimensioni di vita dei tempi di Verdi. (E non solo). Fatta di intrecci fatali, di atavici risentimenti collettivi, di strumentali fraintendimenti e di storiche interpretazioni. Spesso contraddittorie. Ispirate da interessi contrapposti. Spesso utilizzate per confondere. Disinformare. Comunque non favorire una facile comprensione di ciò che effettivamente è avvenuto (e soprattutto evitando di metterne in luce le cause). Esemplificatamente la mente non può che riandare al leit motiv che una delle attuali radiofonie (quella del Sole 24 ore) mette in onda, instancabilmente notte e giorno, circa il talentuoso giovanilismo tecnico culturale di chi è costretto a recarsi all’estero, ove trova sempre una brillante, facile soluzione a tutti i suoi problemi. Economici, di carriera e quant’altro. Sembrerebbe quasi un’incoraggiamento a recarsi altrove. Ad andarsene. Togliere, per così dire, l’incomodo. Ma poi sopraggiunge l’altra notizia, proveniente dai dati statistici dell’OCSE (l’organizzazione dei paesi più industrializzati) (cfr. La Repubblica del 10/10 us, pag.12) che collocano, impietosamente l’Italia, quanto a competenze tecnico culturali al 19° posto. (Addirittura dopo Cipro e l’Estonia). E cioè, come spiega esaurientemente il quotidiano, in una dimensione di “analfabetismo funzionale” che, in parole povere, significa “saper leggere, scrivere, far di conto” ma, allo stesso tempo, non saper comprendere ed utilizzare alcun dato, tabella o grafico. Ciò dimostrerebbe, secondo l’attuale ministro del lavoro Giovannini, quanto siamo indietro in termini di capitale umano e di occupabilità. Quid veritas ?. (Presumibilmente ogni notizia è fatta su misura per chi vuole crederci). Potremmo anche non badarci. E seguire D.Alighieri, che troviamo nell’XI° canto del Purgatorio quando afferma, in tono forse consolatorio, “Non è il mondan romore altro che un fiato di vento, ch’or vien quinci ed or vien quindi e muta nome  perché muta lato”.

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mercoledì 9 ottobre 2013

GEREMIADI

GEREMIADI
Sono quelle di Repubblica (del 9/10 us, p.26) che sembra esprimere meraviglia e stupore per l’annullamento della 38° ediz. del Motorshow di Bologna, per l’assenza di ditte partecipanti. Presumibilmente a causa della crisi. (Altre novità potrebbero riguardare, prossimamente, alcuni quotidiani nazionali). C’è pertanto da meravigliarsi ma….fino ad un certo punto. Dato che la crisi ha investito persino la capitale dell’auto. Detroit. (che il 18/7 us avrebbe dichiarato “bankruptcy”). Ed ove numerosi edifici risultano abbandonati e deserti. Alcuni suoi visitatori la considererebbero città potenzialmente pericolosa. Sia per la criminalità, che sembra essersi fatta più invadente, che per i numerosi cani (randagi, poiché abbandonati dai padroni, trasferitisi altrove) riuniti in branco, che minacciano i viandanti. Quindi se visitate Detroit….procuratevi una scacciacani. (potrebbe esserVi utile).

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domenica 6 ottobre 2013

ASPETTANDO GODOT

ASPETTANDO GODOT
Secondo un titolo giornalistico (su La Stampa del 7/10/13, pag.13) “ L’Italia” sarebbe”il Paese del terziario arretrato”. “Più lavoro solo per colf e badanti. Così ci condanniamo alla decrescita”. Ma si tratta, evidentemente, di un enunciato in contro tendenza rispetto a quello, conclamato ripetutamente, che la crescita avrà luogo prossimamente. (Anzi nel 2014). E di chi auspica l’avvento di una eutanasia per i sofferenti (o da chi venga ritenuto tale, da colui che ne ha il potere). Con (ciò che non guasta) un conseguente notevole risparmio per le spese sanitarie del welfare. Ed applicando ancora una volta la ormai consueta regola della duplicità dei fini. (Di cui uno evidenziato “pubblicamente” e l’altro tenuto semi nascosto perché apparentemente secondario).  Forse si tratta solo di “chiacchere”. Che, secondo il noto proverbio napoletano (“chiacchere e tabacchiere il Banco di Napoli non l’impegna”) valgono meno di zero.
Il post viene accompagnato da alcuni brani musicali, che con il coinvolgente entusiasmo partecipativo del pubblico e dei loro esecutori , sembrano voler percuotere qualsivoglia, non solo intellettualistica, stagnante atmosfera.
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sabato 5 ottobre 2013

ANALOGICHE PROPENSIONI

MOTIVAZIONI UMANITARIE
Molto bene l’enunciazione giornalistica posta a corredo di alcune foto (su La Stampa del 5/10 us, p.6-7) in cui sono evidenti e vengono sottolineate dall’Articolista alcune analogie con le foto che “le portavamo anche noi italiani nel grande esodo verso le Americhe”. E ciò, quasi a voler supportare l’esigenza di una maggiore partecipazione umanitaria (anche organizzativa ed economica) a sostegno degli immigrati. E quasi a voler scardinare l’ipotesi che, trattandosi di esseri aventi le nostre stesse aspettative di esistenza, non sarebbe condivisibile il luogo comune che, secondo una storica “attivista di Lampedusa”, essendo di pelle nera, “abbiano gli orecchini al naso”. (Anche se trattasi ormai di una consuetudine attualmente molto diffusa, tra giovani e meno giovani). Bene dunque (ovviamente, in mancanza d’altro) anche se la partecipazione umanitaristica ad eventi riguardanti altri esseri  umani non è e non può (solo e comunque) basarsi su motivazioni identitarie o di somiglianze ma, trattandosi di una dimensione dello spirito, dovrebbe necessariamente prescindere da qualsivoglia presupposto di analogie fisiche o situazionali. L’immagine che accompagna il post è quella dell’opera di Cezanne “I Bagnanti”, ridenominata da BW in “I senza volto”,per adeguarla all’argomento trattato.  

Bluewind 

martedì 1 ottobre 2013

COSI' VICINI COSI' LONTANI (scacco matto)

COSI’ VICINI COSI’ LONTANI (Scacco matto)

Si potrebbe dare il caso (in realtà non troppo peregrino) che, specie nelle fasi iniziali delle partite a scacchi, il re resti bloccato da pezzi del suo stesso colore, che gli siano estremamente limitrofi ed affiancati e che non gli consentano di movimentarsi per sottrarsi alla minaccia dell’incombente scacco matto. E che le due caselle che gli avrebbero consentito di farlo siano sotto minaccia del colore avversario. Fabula docet che amicizie (ed apparenti vicinanze) potrebbero, a volte, produrre un esito negativamente risolutivo (negli scacchi, lo scacco matto).

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