martedì 29 luglio 2014

ULTIMA CHANGE (II)


ULTIMA CHANGE (II)

Nel successivo processo venne accertato che, prima dell’interrogatorio con successiva confessione di Louise, non le era stata enunciata la prescritta formula di rito (facoltà di farsi assistere da un avvocato, che tutto ciò che avrebbe dichiarato avrebbe potuto, se del caso, determinare la sua condanna, e quant’altro…). Ciò determinava una grave, insanabile lesione dei diritti di difesa dell’imputata, con la conseguenza che non avrebbe potuto tenersi in alcun conto di quanto da essa dichiarato circa l’evento attribuitole.Era inoltre del tutto impensabile che tale avento fosse stato motivato dal desiderio di togliersi da torno la vittima. Poiché tratta vasi, all’evidenza, di un mezzo (l’omicidio) del tutto sproporzionato rispetto al fine da conseguire. L’imputata venne pertanto prosciolta. E proseguì la sua vita in soltudine. (non sappiamo se felice e contenta). Giustizia comunque, in qualche modo, era stata fatta. Nulla di ciò che è stato descritto si è veramente verificato nella realtà. Situazioni, personaggi, vicende e quant’altro sono esclusivo frutto della fantasia e della immaginazione dell’autore.

Bluewind

 

 

lunedì 28 luglio 2014

ULTIMA CHANGE




ULTIMA CHANGE

Suonarono. Alla porta di casa. Louise scostò la tenda della camera da letto, per scorgere, dalla finestra, chi era. Era il solito Robert, con il quale aveva avuto una breve relazione. E che non riusciva a toglierselo da torno. Gli aprì. Lo fece entrare. Portava un cestello pieno di funghi. Il dono preferito da Louise. Alcuni erano velenosi. Louise, che al riguardo era un’autentica specialista, li riconobbe subito. Erano, per un inesperto, identici a quelli velenosi. Ma c’era qualcosa che li rendeva ….meno identici. Robert le propose di vedersi, per un pick nick, la mattina successiva. Era giusto, così disse, che gli venisse concessa una seconda possibilità, una seconda change, (anche se al riguardo, sul suo esito, non preventivava molte speranze). Poi l’avrebbe lasciata in pace. Il giorno successivo si rividero al parco. Louise aveva portato la zuppa con i funghi, da essa stessa preparata. Robert ne era ghiotto. E cominciò a gustarla. Ma, di li a poco, si sentì male. Anzi malissimo. Poiché perse i sensi. Louise disse che non era stata colpa sua. Perché i funghi, con i quali era stata aromatizzata la zuppa, erano stati raccolti dallo stesso Robert il giorno precedente. Come risultava dalla registrazione dell’impianto di video sorveglianza in funzione nell’appartamento di Louise. Che continuava a sostenere che non era colpa sua. Ma che venne internata in una clinica per le malattie mentali. Perché se era vero che aveva concesso una seconda change al suo ex spasimante, trattavasi, sostanzialmente, di una change troppo definitiva. (Continua).Nulla di ciò che è stato descritto si è veramente verificato nella realtà. Situazioni, personaggi, vicende e quant’altro sono esclusivo frutto della fantasia e della immaginazione dell’autore.

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domenica 27 luglio 2014

PREDOMINIO (...senza conflitto)

Paul venne svegliato dalla intensa luminosità che penetrava nella stanza. Attraverso le grandi vetrate di un’intera parete. La luce del giorno, che gradualmente si sarebbe, gradualmente, spenta, ma non prima delle ore 21 o 22, facendo però rimanere una residua bassa luminosità, di indecifrabile provenienza, che avrebbe fatto sembrare estremamente evanescente, e quasi fiabesco ed irreale, tutto ciò che sarebbe stato possibile ancora scorgere, nella notte. Quella del giorno era una luminosità più fredda di quella abituale di altre zone europee. Forse più intensa ma più pulita. (Così almeno sembrava). E costituiva un vero piacere viverci (dentro). Era ciò che lo aveva, sorprendentemente, avvinto e catturato nei primi tempi del suo soggiorno a Malmò. In quel grande Paese posto al limitare dell’Europa, che è la Svezia. Ove tutto sembrava tendere alla tenuità dei colori ( e non certo alla loro abituale, chiassosa platealità), e forse anche al grigio (chiaro). Così è per i colori delle spiagge,( bianche e vetrose), del mare, degli alberi. E delle infinite superfici delle brughiere. Ed era ciò che, solo ora se ne rendeva conto, gli aveva quasi imposto di trasferircisi dalla nativa Monaco (di Baviera).
Bluewind
PREDOMINIO
  (senza…conflitti)

martedì 22 luglio 2014

NON FIORI...


NON  FIORI…….

Con foga (giornalisticamente) a la page, La Stampa del 22/7/14, a pag.21, ironizza sulla morte di G.Cesare, argomentando sulla quasi venerazione che il luogo (al Palatino ove sembra siano state arse le sue membra), costituirebbe meta di numerosi turisti di ogni parte del mondo, che vi sostano in quasi religioso silenzio, spesso lasciandovi fiori, quale traccia e ricordo del loro passaggio. L’articolo si sofferma criticamente sulla vicenda, ritmandola con la consueta sottovalutazione giornalistica che tutto ciò che è passato…..è passato. Mentre il nuovo, che fa capolino (a parole) sin dal presente, sembrerebbe anticipare un futuro, anche auspicabilmente, portatore di pace e bene per tutti. Costituente una innegabile tappa di (amichevole) serietà e progresso. Ai posteri (se non infettati dai consueti pregiudizi)…con quel che segue.

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mercoledì 16 luglio 2014

FAVOLE E MITI


FAVOLE E MITI

Riportandosi ad una riflessione di F.S.Borrelli, enunciata nella sua relazione alla cerimonia di inaugurazione dell anno giudiziario della Corte D’Appello di Milano, cerimonia considerata da F.S.Borrelli priva di qualsivoglia significato esoterico e, per così dire, trascendentale (nonostante fosse carica di simboli ed orpelli, quali le toghe scarlatte, gli ermellini, i carabinieri in alta uniforme, la presenza delle massime autorità…)  P.C.Davigo (anch’esso magistrato e giurista) osserva, nella prefazione ad una pubblicazione attinente a favole e miti (Favole alla sbarra, di E.Beretta),  che a volte, la verità storico-processuale, congeniale alla ricerca della verità nel singolo processo, risulta tutt’altro che comprensibile ai non giuristi. Ma, ad avviso dello scrivente, ciò è tipico della condizione umana. Anche coloro che affermano che la verità non esiste, sono vittime di un controsenso poiché, contestualmente, essi negano  la “verità” che essi stessi affermano. C’è comunque da considerare che  quasi tutte le verità sono composte da numerose sfaccettature, che. a volte, è impossibile individuare una per una. Ma che, nel loro insieme (come per la luminescenza del brillante) determinano la loro, presunzione di, credibilità.

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lunedì 14 luglio 2014

IL DEBITO D'ONORE

DEBITO D’ONORE
Aveva appena preso sonno, quando squillò il telefono. Venne informato che era stato ritrovavo il corpo esamine della figlia del vicecapo della polizia di Stoccolma. Uccisa qualche ora prima. E della quale si erano perse le tracce sin dalla mattinata precedente. Era, qualche giorno prima, tornata dall’Afganistan, ove le era stato assegnato il comando di un plotone di rangers dell’esercito. Tra una settimana avrebbe dovuto sposarsi con un suo collega, anch’esso militare in servizio nell’Afganistan. Tutto era iniziato qualche tempo prima. Allorchè Paul aveva deciso di riaprire una indagine, a suo tempo rimasta senza colpevoli. Riguardante l’omicidio di una donna afgana, colpita da un colpo di pistola. In relazione alla quale (ed al proiettile esploso) non era stato effettuato alcun accertamento, ritenendo sufficienti ed adeguate le deposizioni dei componenti del plotone, che avevano escluso che la donna fosse stato colpita dal “fuoco amico”. Paul ritenne che ci fosse un qualche collegamento tra la recente uccisione della soldatessa (che era in grado di ricostruire i dettagli del precedente episodio) e la precedente morte della donna afgana. Tanto più che, non appena Paul ebbe riaperto il caso, gli pervenne una comunicazione da parte di un settore distaccato e periferico della Cia, con sede a Stoccolma, con la quale gli veniva ingiunto di non proseguire l’indagine, poichè coinvolgente tematiche aventi ad oggetto la sicurezza nazionale. Non ci voleva altro per stimolare l’interesse, al riguardo di Paul, considerato dai superiori un piantagrane ed al quale, per tale ragione, non venivano di solito affidate indagini delicate, come quella della quale stava attualmente occupandosi. In relazione alla quale e delle relative deposizioni, Paul riteneva avesse fornito un contributo non certo marginale, l’intendimento di evitare che si ritenesse che la donna afgana era stata colpita dal fuoco amico e non da quello dei guerriglieri e che anche la morte della soldatessa, figlia del vice capo della polizia, avesse una qualche ragione d’essere con il proposito di non far luce sugli anzidetti episodi, per assolvere ad una specie di debito d’onore,  costituito dall’esigenza di non dare adito alla pubblica opinione di giudicare troppo negativamente il comportamento dei predetti militari, tenuti a svolgere compiti di pattugliamento e perlustrazione. NB.I fatti, i personaggi, i nominativi, le vicende e quant’altro sono puramente immaginari , inesistenti ed esclusivo frutto della fantasia dell’autore.                                                    Bluewind
 
 

sabato 12 luglio 2014

C'è un lupo sotto il letto



 
C’è un lupo (sotto il letto di ciascuno)

Dai ”Promessi sposi “di A.Manzoni:”Tutto lo studio di Donna Prassede era di secondare i voleri del cielo: ma faceva spesso uno sbaglio grosso, che era di prendere per cielo il suo cervello”

venerdì 11 luglio 2014


 …e tutto che al mondo è civile,grande,augusto e gli è romano ancora (G. Carducci. Nell’Annuale della Fondazione di Roma)

giovedì 10 luglio 2014

VINCA IL MIGLIORE !

Quando (nel settembre), (cfr. La Stampa, pag.1 del 10/7/14) il grembiulino verrà scolasticamente abolito nelle scuole materne di Torino, la vita adulta non subirà alcuna sensibile variazione,  ma, come solitamente accade, continuerà ad essere “alla ricerca di rassicuranti” e maggioritarie omologazioni, (secondo l’Articolista, che non teme, una volta tanto, di sembrare trasgressivo) in quanto sarà, come sempre, alla ricerca di altri “grembiuli, opinioni  o pregiudizi collettivi da mettersi addosso” (Vinca…., per così dire, il migliore…!)

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lunedì 7 luglio 2014

I GABBIANI (di Venezia)

Sembra che i gabbiani tentino di dare un colpo basso al PIL del turismo. Almeno per quanto riguarda Venezia. Ove “si buttano in picchiata, ed arraffano dai vassoi dei camerieri e dai tavolini dei clienti” (così si esprime La Stampa del 7/7/14, a pag.21) dei gustosi e costosi club sandwich. E così sembra siano state finalmente chiarite le ragioni della crisi in generale (e di Venezia in particolare). Non già gli appalti del Mose (ed altri ad essi consimili). Ma i gabbiani. Con il loro insaziabile ed ineducato appetito.  Comunque tetragono a cotanto grido (giornalistico) di dolore, penso che continuerò a dare loro cibo (pane). Anche se ciò potrà far scendere il nostro PIL. (Tanto,.... peggio di così….)

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sabato 5 luglio 2014

NEL BUIO (di   questa   notte   infinita)

Sembrava che il mondo delle ombre, quello anteriore al sopraggiungere dell’homo sapiens, si fosse dissolto. Forse per merito del Ballo Excelsior. Niente più divinità malevole, mitologie crudeli, delitti infami (a volte ispirati da pura perversità), niente più esistenze metafisicamente infernali, destini inevitabili…Che diamine ! L’homo è ormai sapiens. Il mondo delle ombre è ormai disperso. Annullato per sempre. Tutto quello che esiste esiste solo sulla base della logica dei dati sensibili, ma comunque, sempre, in qualche modo rilevabile e dimostrabile. Ma ora sembra stia emergendo una qualche razionalità primordiale che con la razionalità dell’ homo sapiens ha poco o nulla da spartire. E che sembra trarre la propria ispirazione da una logica perversa. Misteriosa. Quasi sempre trionfatrice e dominatrice della realtà dei nostri tempi. Alcuni fatti, tra moltissimi altri, ne costituiscono per così dire la riprova. Il caso Orlandi, la morte di Kennedy e del suo attentatore, la strana vicenda riguardante la principessa Diana e molte altre ancora. Vicende sulle quali non si è fatta luce. E presumibilmente luce non si farà. E non si è capito nulla. Forse il mondo delle ombre sta riemergendo. Con la sua primordialità. Con i suoi ambigui ammaestramenti. Con la sua inspiegabile irrazionalità. Poiché a volte l’evento che esso determina ottiene, irrazionalmente, un’effetto contrario a quello che una mente per così dire razionale avrebbe preventivato. Lo scrivente si rifiuta di ritenere che i tanti misteri connessi a tali misteriose realtà ed accadimenti possano trovare una qualche spiegazione sulla base logica del :”al contadino non far sapere….” Con quel che segue. Ma comunque l’accaduto potrebbe essere l’opera di menti sofisticatissime, le quali (e perché no ?) anche con l’aiuto di un malinteso buonismo, stanno ricreando il buio di questa notte ( che potrebbe essere infinita).

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martedì 1 luglio 2014

IL GRANDE SILENZIO
Il grande silenzio della calda notte estiva, venne improvvisamente interrotto da un cauto scalpiccio di passi sulla ghiaia del viale d’accesso all’abitazione.  Udì che qualcuno o più di qualcuno stava tentando di penetrare nell’abitazione forzandone la porta.  Paul aveva già da tempo preventivato tale eventualità nonché i suoi comportamenti successivi. Salì al piano superiore e, attraverso la grande finestra ivi esistente, raggiunse il tetto. Sdraiandosi lungo uno dei due spioventi, in modo da non essere visibile all’esterno. Nel contempo i manigoldi erano riusciti a forzare la porta ed a compiere una rapida ispezione della casa, rendendosi conto che non v’era alcun oggetto di valore da asportare. Si diressero poi verso il garage, evidentemente per impadronirsi dell’auto ivi in sosta. Paul si disse: “l’auto no !. Senza un mezzo di locomozione, in quella località estremamente isolata, si rimane pressocchè isolati due volte “. Impugnò la pistola e ne fece partire tre colpi. Verso gli aggressori. Doveva semplicemente sfiorarli ma non colpirli. E soprattutto non colpirli in punti vitali. Per evitare, successivamente, di essere penalizzato dalle accuse di uso eccessivo dell’autodifesa ed, eventualmente, dall’accusa di tentato omicidio. Ritenne di aver raggiunto il proprio scopo. Che era quello di costringere i manigoldi ad allontanarsi ed opportunamente intimidirli,  dissuadendoli (loro e la eventuale criminalità locale) dal compiere, in futuro, ulteriori  consimili tentativi. Anche poiché il luogo era solitamente tranquillo ma in quei rari casi in cui si verificavano fatti di sangue, era piuttosto arduo venirne a capo. Fortunatamente i tre colpi di pistola non avevano colpito nessuno. Così credeva, fino alla mattina successiva, allorchè ebbe ad accorgersi delle due macchie di sangue in prossimità del garage. Che si affrettò , minuziosamente, di cancellare.

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