martedì 29 aprile 2014

Chiaro di luna (con leonessa)

Chiaro di luna (con leonessa)
Il suo manto – al chiarore di luna – appariva lucente e vellutato. Con i suoi grandi occhi, li fissava e non li perdeva mai di vista. Quando se ne andarono, rimase immobile, distesa sul greto del fiume. Alla luce argentea della luna. Come se fosse in attesa. Di qualcosa che, in seguito, inevitabilmente, sarebbe avvenuto . Perdonerà il bravissimo Autore del giallo “La leonessa bianca” (Henning Mankel) questa intromissione di BW nel Suo serraglio. Che comprende anche una leonessa bianca. E che esprime ovviamente una metafora (che, in parte, ha svolgimento in Svezia). Quella della immensa potenzialità del mondo degli oppressi, dei senza diritti alla vigilia dello sconvolgimento che, in Sud Africa, ha travolto il razzismo. Abolendo le sottorazze. Ritenute tali per il colore della pelle. Come spiega l’Autore, “La leonessa bianca” è solo un romanzo. Ma forse è anche qualcos’altro.

Bluewind

lunedì 28 aprile 2014

DOVE SONO FINITI I FIORI ?

Dove sono finiti i fiori ?



« Where are the flowers, the girls have plucked them.
Where are the girls, they've all taken husbands.
Where are the men, they're all in the army »

giovedì 24 aprile 2014

IL MALUMORE DI GRETA


IL MALUMORE DI GRETA
Su un grande prato, senza alberi, nella brughiera di Lunenburgo, sorgeva l’albergo. Una costruzione a tre piani. Immersa in un paesaggio che sembrava soffuso di irrealtà. In una dimensione di silenzio e solitudine. Come  quella dei paesaggi di Hopper. Le proprietarie dell’albergo, che sembrava fosse deserto, lo stavano aspettando. All’ingresso. Erano due gemelle. Piuttosto allampanate. Dai modi cortesi ma dall’atteggiamento piuttosto distaccato. Come apprese nei giorni seguenti, poco distante v’era un allevamento di cavalli. Da corsa. Dei quali ve ne era una, Greta, un poco avanti negli anni e di indole alquanto mite. E per tale ragione, quando i bimbi venivano a visitare la scuderia, li accompagnava sui prati circostanti. Facendoli cavalcare. Compito che svolgeva senza sobbalzi e scuotimenti pericolosi. Quando doveva partecipare a qualche gara, le venivano praticate sulla zampa, in prossimità dello zoccolo, delle punture, con sostanze dopanti. Alquanto dolorose. Quella volta, che entrò nella stalla l’addetto alle punture, la cavalla ebbe un vigoroso nitrito. Inarcò il collo e le spalle. Continuando a nitrire. E lo abbattè al suolo. Colpendolo. Ripetutamente. Fino a quando rimase in terra. Inerte.senza vita. Si disse in seguito che forse, a volte, anche i cavalli hanno le loro antipatie (ed i momenti di malumore).

Bluewind

venerdì 18 aprile 2014

GUARDIANI PERICOLOSI





GUARDIANI PERICOLOSI
Quella notte Paul notò un insolito scalpiccio proveniente dalla stalla del pastore. Non lontana dalla sua baita. Evidentemente le renne del suo gregge, che vi passavano la notte, erano state innervosite per la presenza di qualche estraneo o da qualcosa che le aveva disturbate. Il terreno di Paul, tutto intorno alla baita, era completamente recintato. Ad eccezione della parte posta in vista della stalla, ove la recinzione risultava divelta e  volutamente non era stata ripristinata da Paul.  Ciò per consentire ai quattro molossi del pastore di accedere più facilmente a quello che avevano prescelto come loro luogo di intrattenimento e di sosta notturna. (Cioè la zona prospiciente l’abitazione di Paul). Poi la mattina, alle prime luci dell’alba, erano soliti tornare dal pastore, per accompagnare la mandria di renne in pascoli non llontani, ove si trovasse, specie d’inverno, abbondanza di foraggio. Ciò era di utilità a Paul, poiché impediva ad estranei e male intenzionati di introdursi, notte tempo, nella baita per svaligiarla (o drogarsi al coperto). Quando la mattina successiva Paul si recò nella stalla, scoprì il corpo senza vita del pastore, riverso sul terreno, ucciso , a coltellate, la notte precedente. Forse, pensò Paul, ciò era avvenuto per chè gli assassini volevano liberarsi di un testimone scomodo, che avrebbe potuto essere a conoscenza di fatti (e misfatti) riguardanti loro stessi o personaggi a loro collegati.

Non ho letto proprio nulla di Gabriel Garcia Màrquez che, allorchè era ancora in vita, ha scritto Lui stesso il Suo necrologio, quando ha detto  che “ l’unica cosa che mi dispiacerà della mia morte e che non potrò esserlo lì a raccontarla”. Ed è questo oltre ad essere un bonario, ed ironico saluto, per noi tutti, è, al tempo stesso,(anche) un’affettuoso invito….a non prenderla troppo sul serio (la vita).
Bluewind

martedì 15 aprile 2014

UNIVERSI PARALLELI



UNIVERSI   PARALLELI
L’Occidente sta commettendo un macroscopico errore. Con il tentativo di esportare la democrazia in paesi con il tasso di analfabetismo superiore al 60%. (A meno che non si voglia esportare….qualcos’altro). Non che l’alfabetizzazione, laddove sussista, possa risolvere il problema.

Bluewind

lunedì 14 aprile 2014

LEGGEREZZA DELL'ESSERE



LEGGEREZZA  DELL’ESSERE
Non sorprende il riflettere al di fuori degli schemi mentali, quanto il fatto che ciò,spesso, conduca alla genialità. (Si parlava, forse, di Einstein).  
Nel dormiveglia Paul ebbe la sensazione di essere pervaso da una leggerezza estrema. Da sembrargli di essere sospeso, nella stanza, a pochi centimetri dal soffitto. Ed in una situazione, del tutto inconsueta, di completa beatudine. Con l’unico desiderio di rimanere così. Per sempre. Erano questi, evidentemente, gli effetti dell’anestetico. Iniettatogli poco prima dell’intervento operatorio (finalizzato all’estrazione del proiettile che lo aveva colpito. Fortunatamente in una parte non vitale). Per un’attimo gli sembrò di veder tutto più chiaro. Meravigliandosi che ciò fosse avvenuto solo adesso, E che nessuno prima ci avesse pensato. Ed inoltre era come se ciò fosse la conseguenza di un quid esteriore,  come se non provenisse dalla propria interiorità. Il proiettile era stato esploso da una mitraglietta che, oltre ad essere stata utilizzata nel blitz presso le porte del sale di Lubecca, era già stata la protagonista di ulteriori conflitti a fuoco di natura terroristica. E che l’attentato a Paul aveva avuto carattere esclusivamente vendicativo.  Con la finalità di toglierlo definitivamente di mezzo. Come in appurarono le successive indagini.

Bluewind

venerdì 11 aprile 2014

Viva, viva S.Eusebio !

La soppressione del Senato e la sua sostituzione con un’assemblea di componenti sostanzialmente autonominatisi trova ulteriore conferma nell’articolo (su Repubblica dell’11/4/14, pag.34) dal titolo “I rischi della democrazia plebiscitaria”, che poi, secondo l’Articolista, sarebbe quella attuale. (Qualcuno se ne era accorto ?) Come già osservato nel precedente post (DISFAVORI) si stanno compiendo i primi passi verso una democrazia decisionista nella quale solo alcuni  (non elettoralmente designati) hanno il compito di interpretare, nel modo giusto, i voleri della collettività. Protetti forse, per non sbagliare, da qualche santo. Che si tratti di Sant’Eusebio ? Chissà se questo è il tipo di riforma che da tempo attendevano i senza lavoro ?.
Bluewind


mercoledì 9 aprile 2014

DISFAVORI (torna l’autarchia ?)
A Mirafiori vengono impacchettate, con teli di plastica semitrasparenti, le auto in sosta (dei dipendenti) che non sono di marca Fiat. Esprimendosi altresì, in appositi cartelli, il disfavore aziendale per tali inappropriate scelte.

A proposito della cancellazione del Senato e la sua sostituzione con un’assemblea di non eletti (cioè di non eletti in libere elezioni) molti hanno espresso il loro dissenso, forse in forma meno concisa e stradaiola, di quella del presente post. Tra i quali Rodotà, Zagrebelsky, Travaglio e gli altri firmatari dell’appello di Libertà e Giustizia, (cfr. Il Fatto Quotidiano del 9/ 4/14 pag.1). Tutti costoro sono stati attaccati e fatti oggetto di ostracismo da gran parte dei quotidiani e della TV. E se questo  (della sostituzione del Senato con un’assemblea di eletti dall’alto) fosse solo un primo passo ? In favore di un decisionismo senza limiti ? Eliminando altresì, con l’occasione, quel non edificante fenomeno dell’astensionismo ?.

Bluewind 

martedì 8 aprile 2014

A  LUCI  SPENTE
Due uomini delle S.A, nelle loro eleganti uniformi brune, lo avvicinarono. In quella fredda e chiara notte d’ottobre. Chiedendogli perché fosse per strada e non in casa ad ascoltare il discorso di Hitler. Rispose “Perché non sapevo che  parlasse”.Rispose. “Lei è fortunato” gli dissero. “Poiché è uno straniero. Se fosse un tedesco sarebbe stato inviato in un campo di concentramento”.
La Madonna gotica, alzando le mani al cielo, dalla vetrina del negozio di articoli religiosi, sembrava benedire i passanti. Ma venne distrutta. Per evitare che il popolo tedesco fosse distratto da tali futili divagazioni.
La direttiva della polizia municipale era quella di arrestare 500 tedeschi ebrei, di sesso maschile, che occupassero posizioni rilevanti nella società ed apparissero in buona salute.   I loro beni sarebbero stati distrutti e/o incendiati. L’incendio delle case sarebbe stato consentito solo ove non sussistesse il pericolo che si propagasse ad edifici limitrofi di non ebrei.
Non era consentito ai contadini di dare ai loro polli mangime decente. Ma solo scarti di cibo avanzato.  Nel contempo costoro erano tenuti a fornire una quantità di uova non corrispondente (per difetto)  a quelle che sarebbero state fornite con una alimentazione più adeguata. Oltretutto solerti funzionari del Ministero del Reich per l’alimentazione controllavano se i polli avessero un’aspetto troppo florido..Poichè, in tal caso v’era il fondato sospetto fossero stati nutriti non solo con scarti alimentari ma anche con cereali (grano e frumento). Ciò determinava l’applicazione di sanzioni consistenti nell’invio al Westwall per costruire le fortificazioni. Per evitare ciò molti contadini abbandonavano la campagna per recarsi in città. Ove si  stava anche peggio.
Questi sono alcuni stralci, alleggeriti ed…addolciti, dei racconti di Erika Mann (figlia primogenita del noto Scrittore ) riguardanti la vita della gente comune sotto il 3° Reich.Sono tratti dall’opera originale, in lingua inglese, “ The Lights go down” (Le luci si spengono).

Bluewind

lunedì 7 aprile 2014

GIOCHI  DI  PAROLE

Il Fatto quotidiano del 7/4/14 sembra bacchettare ironicamente la Bodrini per la Sua frase, riguardante gli immigrati, nella quale si enunciava la contraddizione tra i  (a dir poco) disagi dei loro viaggi della speranza e la situazione dei turisti facoltosi, che vengono in Italia con  servizi a 5 stelle. Ma evidentemente quella della Boldrini  era solo una battuta, un eufemismo da non prendersi assolutamente alla lettera. Tendente a far si che fosse migliorata la attuale situazione in cui si trovano gli immigrati. Purtroppo il nostro è un Paese ove la battuta e l’eufemismo non sono di casa. E, quando capita, vengono presi alla lettera. Trasformandosi in materiale di facili ironie. E ciò non migliora l’attuale situazione di  sostanziale imbarbarimento collettivo.

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sabato 5 aprile 2014

BREITE  STRASSE (13) (un passo importante)
Finchè la morte non vi separi”.Recitò il prelato. Perché, pensò l‘ipercritico ispettore  Paul, che era da sempre contrario alla definitività delle scelte, dobbiamo morire per poterci separare ? La funzione stava celebrandosi nella FrauenKirche, una delle più belle chiese di Monaco. Come aveva desiderato la sposa di Paul. Un’italiana di Bergamo. (anch’essa poliziotta). Per la prima volta nella sua vita Paul ebbe la sensazione di aver effettuato un passo importante. Forse definitivo. Usciti dalla chiesa, un’auto nera si accostò lentamente a loro. Qualcuno, dal suo interno, fece partire diversi colpi di mitraglietta in direzione dell’ispettore Paul che, colpito, si accasciò al suolo. Non sentì alcun dolore. Forse stava subentrando in lui uno stato di incoscienza.  Stava pian piano addormentandosi (così almeno gli sembrò). E con il barlume di pensiero che ancora gli era rimasto, pensò che proprio adesso, quello che stava compiendo, era il passo più importante….della sua vita.
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venerdì 4 aprile 2014

BREITE STRASSE (12) Teutonesimo (di strada)

Se continui a fare ciò che hai da sempre fatto, non ti lamentare poi se otterrai qualcosa che già hai ottenuto. Sembra che questo sia lo slogan che potrebbe essere suggerito ( il condizionale in questo caso è d’obbligo) per uscire dalla crisi. (Ed è quanto attualmente insegna il S-Programma Neuro Linguistico-, la attuale nuova scienza empatica-psicologica).( Ciò, ammesso che non si  tratti di  una enunciazione puramente consolatoria per giustificare la permanenza della crisi stessa e per sostituirsi a quel disastroso “mordi e fuggi” che sembra essere il credo dell’attuale società. Riflettendo su ciò, l’ispettore Paul, tornato alla sua Monaco si accingeva ad attraversare la centralissima Darchauer Strasse e, dato  che il semaforo ivi esistente tardava a dare il segnale per l’attraversamento pedonale ed  il traffico veicolare era pressocchè inesistente, scese dal marciapiede per iniziare l’attraversamento. Ma venne trattenuto per un braccio da una vecchietta, alla sua ds che, non approvando la sua iniziativa, gli gridò, con stile tipicamente teutonico:”Che fa ? Attraversa ? Non vede che il semaforo non lo consente ?” Doveva trattarsi  presumibilmente  di un’insegnante pensionata, piuttosto abituata a rispettare le regole. Le rispose che l’attraversamento era possibile perché il traffico veicolare era sostanzialmente scarso o inesistente. Ma la vecchietta, continuando a tenergli il braccio, aggiunse, indignata: “Non lo faccia ! Altrimenti  avverto la polizia!”. Non le rispose: “La polizia sono proprio io”. Per non deluderla….troppo. (E non distruggere le sue residue illusioni).

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mercoledì 2 aprile 2014

(Neo)capitalismo (in marcia culturale)
L’ultimo (rin)tocco di “La Repubblica” (del 2/4/14, pag 45, rubrica R/2 cultura) è destinato “culturalmente” alle religioni. Per consentire, così si dice, una maggiore tolleranza religiosa. Tra religioni che, “storicamente” erano “l’una contro l’altra armate”. (Ad es, esemplificativamente  Maomettanesimo e Cristianesimo). Secondo l’Editorialista occorre non sottovalutare gli “Dei”. (Quelli dell’Olimpo, tanto per intenderci, non gli altri). Che attualmente sono considerati alla stregua di un mito. Ma che in precedenza tali non erano. Poiché era la realtà immanente, che plasmava di sè le stesse singole vite dei componenti l’umanità. L’articolo su La Repubblica potrebbe considerarsi la mosca nocchiera di una “rivisitazione” dell’argomento da parte di altre testate, fino a che non si stabilirà, al riguardo, (come altre olte avvenuto) un vero e proprio “credo” di massa. Anche a pag 33 (Rubrica R/2) dello stesso quotidiano si legge che “essere cattivi e maltrattare” il prossimo avrebbe un effetto positivo sulle persone (comprese quelle maltrattate). AIUTO !!! Ma non eravamo già anche troppo maltrattati (prima) ?

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