lunedì 31 marzo 2014

LESLESLESLES TROYENS (Berlioz)

  
LES TROYENS

L’intera opera (composta tra il 1856 ed il 1858) ha la durata di circa 4 ore. Richiede altresì la profusione di notevoli mezzi scenici ed orchestrali. Ragion per cui veniva di solito scissa in due parti (La Prise de Troie e Les Troyens à Chartage. Solo quest’ultima Berlioz riuscì a vedere. La rappresentazione integrale ebbe luogo dopo molto tempo e solo nel 1957). Il brano che accompagna il post (ed anzi, come sarebbe più corretto dire “il brano che accompagna….se stesso”) è un brano di autentica suggestione lirica ed è quello che fu il più acclamato ed ebbe il maggior successo. Anche per la estrema bravura dei protagonisti (Enea e Didone) che si sono susseguiti sulla scena.

domenica 30 marzo 2014

LO STRANO CASO DELLE   OCHE    DI COPENAGHEN (BREITE  STRASSE  n11)
Le oche (circa un centinaio) stazionavano nei pressi del ristorante “All’oca giuliva”. Ma, come apprese in seguito l’ispettore Paul Mustering, durante la notte si trasferivano nei pressi di un’abitazione, poco distante dal ristorante (500 mt). Abitazione ove, la notte precedente, era avvenuto un omicidio. L’ispettore Paul apprese inoltre, negli interrogatori degli altri occupanti delle abitazioni limitrofe, che durante la notte precedente non si era sentito alcun rumore. O starnazzamento delle oche. (Peraltro consueto allorchè venivano disturbate dall’arrivo di qualche estraneo o di persone, da esse, sconosciute.  Conseguentemente nell’abitazione della vittima doveva aver trovato accesso qualcuno che con le oche aveva in precedenza avuto una qualche dimestichezza. Se così non fosse le oche avrebbero starnazzato, facendosi udire dai vicini). Ciò fu sufficiente perché l’ispettore Paul richiedesse ed ottenesse dal magistrato l’autorizzazione ad una perquisizione del ristorante, gestito da alcuni immigrati dell’est,  ove furono reperiti alcuni oggetti già appartenenti alla vittima. Il caso, come ebbe a ritenere l’ispettore Paul Mustering, doveva considerarsi piuttosto singolare. Poiché era già la seconda volta (cfr. il precedente post:” La donna che piaceva ai gatti”) che alcuni animali contribuivano a far individuare gli autori di un crimine.

Bluewind.

sabato 29 marzo 2014

"WE CAN"

Sembra essere questa la nuova " parola d'ordine "dell'Occidente. (E se tra il dire ed il fare ci fosse di mezzo il mare ?).

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giovedì 27 marzo 2014


BREITE    STRASSE (La donna che piaceva ai gatti)


Una delle due sorelle gemelle (fisicamente identiche l’una all’altra), per difendersi da un’aggressione, aveva ucciso (a bastonate) un vagabondo. Nei pressi della Porta del sale (a Lubecca) ove era solita portare, ogni giorno, del cibo ai gatti. Anch’essi abituali frequentatori del luogo. La scena era stata ripresa, con la sua telecamera, da un turista di passaggio. Ma si trattava, comunque, di identificare la protagonista dell’accaduto, dato che, come si è detto, ambedue le sorelle erano fisicamente identiche ed una di esse aveva un’alibi perfetto, avendo trascorso la serata in un locale poco distante. Si decise di far ripetere la scena. Sullo stesso luogo. Giunse una delle due sorelle e vi si trattenne per qualche tempo,  allontanandosene successivamente.  Allorchè sopraggiunse l’altra,  arrivarono anche i gatti, lamentosamente miagolando. Le si fermarono accanto. Guardandola ( come fossero in attesa….del cibo). Gli investigatori non ebbero più alcun dubbio. L’indagine poteva ritenersi ormai conclusa.
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martedì 25 marzo 2014


PARFAIT  AMOUR (non è l’omonimo liquore)
A primavera di ogni anno, abbandona il SudAfrica ed intraprende un viaggio di 13.000 Km, per incontrare la sua amata. Gravemente inferma ed immobilizzata. Ci si trattiene per qualche tempo, come fosse, meravigliosamente, in vacanza. Ed ogni volta…il suo è tempo speso bene. Trascorso il quale, se ne torna in SudAfrica, (ove il suo “habitat” lo reclama). Non senza promettere di tornare l’anno seguente. Non ha mai tradito tale promessa. Poiché non si tratta di ominidi. Ma (solo) di cicogne. (La bellissima storia è narrata dall’articolista di 1° pagina de La Stampa, del 25/3/14). Qualcuno, forse, si chiederà perché mai una storia così bella venga accompagnata da un brano (“maledetta primavera”) che sembrerebbe lamentarsi della “primavera”. Non ci si deve far caso. A volte (non sempre) BW, riflettendo sul  presente, si scopre alquanto ipocondriaco.
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lunedì 24 marzo 2014

domenica 23 marzo 2014

Nuovo Indirizzo del sito:-westwind1930.wordpress.com oppure lupoblu.wordpress,com
BREITE  STRASSE (9bis) (Vite libere sul Baltico)
Per nulla sorpresa del suo arrivo, sorridendogli  gli disse: “Finalmente mi hai trovato ! Sapevo che mio padre avrebbe incaricato te di ritrovarmi”. Aggiungendo di li a poco e mostrandogli in bella fila dei sassi neri, compatti e lucidi, collocati in terra su una tavola: “ Vedi questi sono i sassi che porterò in dono a mio padre.  Quando tornerò da lui. Li ho trovati nei fondali del mare. Qui mi trovo bene”. E poi, come  volendo precisare una ulteriore spiegazione al suo allontanamento, aggiunse: “Sono finalmente libera dalle costrizioni e condizionamenti di Lubecca”. Paul aveva già notato questi sassi, in occasione di una sua immersione nel Baltico. Erano pesantissimi. Conformati, con estrema fantasia dai movimenti del mare e dalle alghe, che stranamente vi si erano radicate ed ondeggiavano, sembra beatamente, seguendo ed accompagnando il movimento dell’acqua. Comunque non pensò che il padre avrebbe molto apprezzato il dono della figlia. Si fece dare del pane, che sminuzzò, avendo notato, in prossimità, dei grandi gabbiani che gracchiavano, guardandolo. Evidentemente desideravano del cibo. Nei giorni successivi si recò nuovamente da Isabel. Ed ogni volta trovava in vedetta, sul punto più alto del tetto della cabina, un gabbiano. Che al suo arrivo, iniziava a gracchiare sonoramente, quasi ad avvisare i suoi compagni (assenti). Che di lì a poco sopraggiungevano, partecipando al banchetto (del pane). Tornato a Lubecca, si fece ricevere dal capo della polizia, che tranquillizzò, dicendogli: “Isabel sta bene”. Ed aggiungendo, subito dopo: “Sta vivendo la sua vita”. (Pensò che quest’ultima battuta avrebbe potuto anche risparmiarsela. Senza danno alcuno). (continua). (Fatti, personaggi e vicende di questo post sono esclusivo frutto di fantasia e non hanno alcun riferimento con la vita reale).Bluewind


BREITE STRASSE (9) (Vite libere sul Baltico)Isabel, la giovane figlia del capo della polizia di Lubecca, risultava improvvisamente irreperibile. Rapimento o volontario allontanamento ? Paul propendeva per la seconda ipotesi, poiché, oltretutto, rapimenti a Lubecca non erano, in precedenza, mai avvenuti. Incentrò pertanto le sue ricerche nella zona  di Malmò, in Svezia, ove spesso si concludevano vicende del genere. Casualmente, un giorno si recò nel luogo ove, qualche tempo prima, era stato contravvenzionato, per non aver ottemperato ad un divieto di sosta, peraltro non segnalato. Recandosi nei pressi della duna che costeggiava una spiaggia bianchissima e che trovavasi a ridosso di una foreste di betulle, abitata da piccole cabine di legno naturale (non verniciato) destinate a sosta, dei bagnanti, e deposito di attrezzi. Notò che una di queste ospitava Isabel, che vi si era da qualche giorno trasferita assieme al suo compagno.(continua). (Fatti, personaggi e vicende di questo post sono esclusivo frutto di fantasia e non hanno alcun riferimento con la vita reale).
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sabato 22 marzo 2014

E ADESSO…..?
Dopo la bocciatura europea, “La Stampa” intitola (il 22/3/14, a pag 4) che in previsione dei preventivati  “tagli” sulle loro retribuzioni, i supermenager sarebbero “ in rivolta” e minaccerebbero di trasferirsi all’estero. Molto incisivamente, riferendosi ad un analogo enunciato di uno di essi, Jena@Lastampa .it,  alquanto maliziosamente, commenta: “E’ una minaccia o una promessa ?”. In effetti ridurre le retribuzioni di costoro risolverebbe ben poco, sotto l’aspetto economico. Analogamente dicasi per il Senato, la cui abolizione o demansionamento (legislativo), di per se, non risolverebbe l’italico “male oscuro” dell’attuale sovrabbondanza di leggi e regolamenti. A tutto pro, a volte, di una burocrazia imperante e capziosa, che ha reso il Paese una vera sottospecie di fabbrica ove si complica, quasi sempre, ciò che sarebbe semplice.
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venerdì 21 marzo 2014

L'AGO NEL PAGLIAIO


L’AGO NEL PAGLIAIO

Che l’attuale segretario del PD non rientrasse tra le preferenze dell’Articolista della 1° pagina de “La Stampa” era, da tempo, un fatto notorio (ai lettori del quotidiano). Ma, alla evidente ricerca dell’ago nel pagliaio e desumendo ciò da quanto rilevato dalle pagine di “Libero”, considerate peraltro attendibili, il predetto Articolista ha ritenuto di aver, finalmente, trovato il così detto ago nel pagliaio che, si fa per dire, sarebbe grande….come una casa (che sarebbe stata concessa, amichevolmente in uso gratuito, per qualche mese) .

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giovedì 20 marzo 2014

DE GUSTIBUS

Un articolista de “La Stampa” (del 20/3/ us, a pag 1), riferendosi a Berlusconi, intitola un Suo breve articolo: “L’Innominato”, esponendo che, non potendolo nominativamente identificare con il nomignolo di “ Cav” (poiché Cavaliere non è più) o “Presidente”, per evitare di confonderlo con altri personaggi politici, identificabili con soprannomi identici (D’Alema ed altri “politici in pensione”) potrebbe significativamente denominarsi (e non certo “benevolentiae causa”) come il “papà di Matteo, ovviamente “Renzi “. Quest’ultimo, se BW non erra, è stato regolarmente e democraticamente dal PD. Che è uno dei partiti di maggioranza che attualmente sostiene il governo. O che forse per essere legittimato a svolgere le funzioni attribuitegli dalle anzidette qualifiche (di segretario del PD e di Presidente del Consiglio) avrebbe dovuto essere eletto da un’assemblea di giornalisti. Magari de “La Stampa” ?

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domenica 16 marzo 2014

L'ONDA

L’ONDA

Sembrerebbe che la presenza del cantautore E.Ruggeri alle “invasioni barbariche “ del 19/3/14 non avrà più luogo, per esclusiva decisione aziendale (di La7). Il cantautore precisa che ciò sarebbe da porsi in relazione con il Suo recentissimo brano musicale (“L’ONDA”), nel cui testo si afferma che tutto ciò che ci piace (e che non può non piacerci) viene suggerito dall’Onda, per la quale siamo tutti convinti europeisti, poeti, perbenisti….e quant’altro… E se così fosse….perchè negare la realtà ?

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mercoledì 12 marzo 2014

BREITE STRASSE (8) (Blu Danubio)

BREITE STRASSE (8) (Blu Danubio)

Guardandolo, si era sempre detto che questo fiume non aveva nulla di speciale. E non riusciva a comprendere cosa ci avesse visto J.Strauss  per comporre il noto valzer. Distolse un attimo lo sguardo per osservare uno strano natante. Una lunga chiatta metallica con sopra uno strano suonatore di chitarra. Che, cantando, se la godeva beatamente seduto su una sdraia. Strimpellando sul suo strumento. Era sicuramente quella la chiatta “ricercata”. Se lo sentiva. Avvertì subito la polizia fluviale perché la bloccasse. Sequestrando eventualmente il materiale trasportato. Trattandosi sicuramente di merce rubata e trafugata con destinazione estera. Ed anche, come era stato segnalato, auto con targhe contraffatte e numeri di matricola abrasi e modificati. A bordo si rinvenne , oltre allle merci trafugate, solo quel suonatore di chitarra. Un italiano. Ingaggiato per l’occasione. Che, in apparenza, rimase stupito per l’accaduto e si mostrò non consapevole della natura furtiva delle merci trasportate. Terminata l’operazione,  Paul diede nuovamente un’occhiata a fiume. Pensando che, come aveva a suo tempo ritenuto Wittgenstein o chi altro, se i leoni e gli altri animali avessero il nostro stesso spettro visivo, il mondo, anche per loro, sarebbe apparso (visivamente) diverso. Guardò un’altra volta il Danubio. Gli sembrò più blu del solito. (Stava calando la sera). (continua). Nulla di ciò che è stato descritto si è veramente verificato nella realtà. Situazioni, personaggi, vicende e quant’altro sono esclusivo frutto della fantasia e della immaginazione dell’autore.

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martedì 11 marzo 2014

BREITE STRASSE (7) (Spazio infinito)

BREITE STRASSE (7) (spazio infinito)

Nella caverna  vi si entrava solo via mare. Narravasi che, essendoci all’interno una sorgente di acqua dolce, durante la 2° guerra mondiale i contadini del luogo vi accedessero per rifornirsi d’acqua potabile. Entratovi, Paul percorse qualche passo. Sul pavimento reso nero e scivoloso dal guano depositatovi dai volatili che vi soggiornavano. La sorgente d’acqua dolce v’era ancora. Ma era sommersa da un laghetto, illuminato da un raggio di luce, che vi penetrava lateralmente da una fessura della roccia. Che la sorgente ancora vi fosse si rilevava dalle numerose polle d’acqua che emergevano dalla superficie del laghetto. Attraversato il quale, in fondo alla grotta, Paul notò voluminosi contenitori, ricoperti di plastica. Era la droga. Il suo nuovo blitz aveva avuto termine favorevolmente. E nel contempo aveva adempiuto a quello che era, sostanzialmente, il suo modus vivendi. Che era quello di dare sempre, o quasi sempre, una qualche risposta aql così detto male. Mai rispondergli con l’inattività. L’inazione. L’immobilità. Gli venne in mente quello che era il pensiero di Einstein (di cui era un convinto estimatore). Costui riteneva che la vita di ciascuno fosse come un andare in bicicletta. Per stare in equilibrio occorre continuare a muoversi. Poiché  oltretutto quello della vita è un equilibrio di per se stesso sostanzialmente instabile, dominato dall’incertezza sull’essere e sul come essere. Il tutto sommerso in un tempo che non è solo tempo ma è anche spazio. Spazio infinito. Senza futuro. Senza passato. E quindi, forse, anche senza presente, che (in assenza di un passato ed un futuro e cioè di una rilevabile identificazione del presente) costituisce forse solo una semplice illusione (tra le tante). (continua). I fatti e le vicende quì descritte costituiscono esclusivo frutto di fantasia dell'autore

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lunedì 10 marzo 2014

BREITE STRASSE (6)

BREITE STRASSE (6)

La sua stanza d’albergo, a Lubecca, era stata messa a soqquadro. Da qualcuno che evidentemente cercava qualcosa. Di cosa si trattasse lo scoprì qualche giorno dopo. Era l’avvenuta installazione di un programma virus che, allo start del suo computer faceva comparire l’indicazione di un minuscolo conto corrente (quanto ad entità dell’importo ivi giacente) ubicato in una banca delle isole Cayman (un autentico paradiso fiscale ove, dal 700 in poi, non si pagano imposte) e nel quale aveva la possibilità di operare (con versamenti e prelevamenti vari. Facoltà questa che si guardò bene dall’utilizzare. La ragione di ciò poteva essere quella di dare in qualche modo una risposta alla sua partecipazione al blitz presso i magazzini del sale di Lubecca ed al conseguente sequestro di droga ivi rinvenuta.Tale installazione doveva anche costituire una specie di avvertimento mafioso affinchè, per il futuro, non si fosse dato troppo da fare nell’indagine sul traffico di droga. Ed al tempo stesso onde porlo in imbarazzo con i suoi stessi superiori. Ai quali era tenuto a far credere (e non era un compito facile) che tutto ciò fosse solo una oscura macchinazione nei suoi confronti.

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venerdì 7 marzo 2014

SU ALI DORATE (La grande bellezza)

SU ALI DORATE (La grande bellezza)

Non è Roma “capitale”. (La grande bellezza) (Sottovoce ce lo chiarisce Verdone nel personaggio dello scrittore senza successo: “Roma mi ha deluso”). Con le sue splendide rovine, silenziose ed incombenti (in ogni dove). E che offre una curiosa dicotomia.  Tra il suo modo d’essere  ed il modo di apparire dei suoi abitanti (ricoperti di paillettes). Almeno di quelli che ne sono la parte visibile  (lo smart set, i vip e quant’altri).  Trattasi di un continente umano costruito sul nulla. Ed ancorato sull’ovvio. A patto che sia “alla moda”. (Ideologismi compresi). Di cui il film “La grande bellezza” ne appare, in un certo senso, la sua ironica, eufemistica parametrazione. Ed è sostanzialmente un grido accorato di denuncia. Nei confronti di tutto ciò che appare, al momento, vincente (romanzi, buonismo, ecologismo, tecnicismo, sessualità essenzialmente,  come fatto fisico…) e che viene considerato ” creatività”  e che tale potrebbe essere se tale veramente lo fosse. Contrabbandando, forse inconsapevolmente, falsità, entro le quali, come fossero una gabbia, si dibatte la collettività nel suo complesso. Stupisce pertanto che siffatto film (questa volta di reale denuncia) abbia visto , per così dire, la luce. Sia stato altresì finanziato, diretto e realizzato ed addirittura programmato da una TV generalista (Canale 5) con 9 milioni di spettatori e gli sia stato attribuito l’Oscar. E non stupisce affatto che nessun organo di stampa ne abbia compreso (0 fatto mostra di  non comprendere) il significato complessivo, non certo recondito. Dissociandosene (dal messaggio di denuncia costituito dal film) o meno. Si tratta pertanto di un film coraggioso. Non è divertente, poiché aiuta a riflettere. E la riflessione, a volte, costa fatica e non riceve compensi di nessun genere ( e forse a volte è anche autopunitiva, se divulgata). Specie se va “contro corrente”. Riflessione comunque che, essendo  un bene prezioso perché raro,( va pensiero e) “vola su ali dorate”. Mentre, come eufemisticamente si esprime, a chiare note il film, ancora una volta l’orchestrina suona…e la nave affonda (o forse è già affondata ma nessuno lo dice).

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