martedì 24 marzo 2015

MACCHIE SOLARI


MACCHIE  SOLARI

Sembra che non si riesca ad individuare il come ed il perché del recente schianto dell’airbus franco tedesco. E senza voler al riguardo (troppo) indagare, sembra quasi incredibile che in un’epoca di accentuato tecnicismo come la nostra, (mentre si pubblicizza la possibilità di effettuare le analisi mediche via web), non si sia ancora trovato il modo di collegare, informaticamente, gli aerei in volo con la base di partenza, che consenta di appurare, anticipatamente, le eventuali anomalie occorse.
Bluewind

sabato 21 marzo 2015

BAMBOLE DI CARTA



 

BAMBOLE  DI  CARTA

Che sia arte – quella della Lempicka – è affermazione che potrebbe non trovare tutti concordi. Senonchè trattasi di un’artista che indubbiamente fa sfoggio di gran classe. E se non fosse veramente arte, la sua, potrebbe essere, almeno, una prefigurazione dei tempi moderni (si fa per dire,) cioè i nostri. Ovviamente tratterebbesi di un’arte poco o per nulla comprensibile poiché kriptata. E con il sospetto di non essere molto seria. Come tutto ciò che tale vuole apparire. Come se, con il lodevole intento di semplificare un’iter particolare vi si rimediasse aggiungendovi, con la giustificazione di essere moderni o tali voler apparire, delle complicazioni informatiche a quelle, burocratiche (già in buon numero esistenti). Rendendo in tal modo la situazione pressochè invivibile. Spingendo forse qualcuno, tra i pochi  spiriti liberi ancora esistenti, ad incautamente affermare che in tal caso, la colpa potrebbe farsi ricadere sui santi. Che non fanno miracoli.
Bluewind


mercoledì 18 marzo 2015

SVEZIA....INFERNO E PARADISO


SVEZIA..INFERNO  E  PARADISO

Sprofondò come in un letto di piume. Soffice. Caldo. Protettivo. Mentre fuori fischiava la tormenta. Strapazzando i rami degli alberi ai margini del bosco. La sera precedente si era rivisto, con una certa emozione, qualcuna delle cassette registrate dello sceneggiato televisivo. Ed il padre sembrava stargli accanto. Nonostante che, da qualche tempo, non fosse più tra i viventi. Ma la sua presenza gli appariva come un fatto positivo. Trattandosi di una presenza ancora vivente, anche se irreale. In dimensioni del genere il suo modo di esistere gli suggeriva di accettare tale realtà. Anche se solo fugace, illusoria ed irreale. Lo sceneggiato gli dava ancora una certa emozione, anche perché parametrava ciò che realmente gli era accaduto in vita. Nella quale era stato combattuto e quasi continuamente avvolto da due grandi affetti. Da lui non adeguatamente ricambiati. Così almeno credeva. Poiché sembrava essere nell’attesa di qualcosa di più intenso. Come se la sua esistenza, mentre il tempo inesorabilmente e velocemente passava, fosse da considerarsi eterna. Quasi senza confini. Ma a questo punto si svegliò. Abbandonando i rimpianti. E rimanendo ancora, per qualche tempo, nel suo letto di piume. Al caldo. Fino a chè l’ulutato, all’esterno, dei suoi cani, lo richiamò alla concretezza del reale. Quello vero. Non l’altro. Quello del sogno.

Bluewind