venerdì 7 marzo 2014

SU ALI DORATE (La grande bellezza)

SU ALI DORATE (La grande bellezza)

Non è Roma “capitale”. (La grande bellezza) (Sottovoce ce lo chiarisce Verdone nel personaggio dello scrittore senza successo: “Roma mi ha deluso”). Con le sue splendide rovine, silenziose ed incombenti (in ogni dove). E che offre una curiosa dicotomia.  Tra il suo modo d’essere  ed il modo di apparire dei suoi abitanti (ricoperti di paillettes). Almeno di quelli che ne sono la parte visibile  (lo smart set, i vip e quant’altri).  Trattasi di un continente umano costruito sul nulla. Ed ancorato sull’ovvio. A patto che sia “alla moda”. (Ideologismi compresi). Di cui il film “La grande bellezza” ne appare, in un certo senso, la sua ironica, eufemistica parametrazione. Ed è sostanzialmente un grido accorato di denuncia. Nei confronti di tutto ciò che appare, al momento, vincente (romanzi, buonismo, ecologismo, tecnicismo, sessualità essenzialmente,  come fatto fisico…) e che viene considerato ” creatività”  e che tale potrebbe essere se tale veramente lo fosse. Contrabbandando, forse inconsapevolmente, falsità, entro le quali, come fossero una gabbia, si dibatte la collettività nel suo complesso. Stupisce pertanto che siffatto film (questa volta di reale denuncia) abbia visto , per così dire, la luce. Sia stato altresì finanziato, diretto e realizzato ed addirittura programmato da una TV generalista (Canale 5) con 9 milioni di spettatori e gli sia stato attribuito l’Oscar. E non stupisce affatto che nessun organo di stampa ne abbia compreso (0 fatto mostra di  non comprendere) il significato complessivo, non certo recondito. Dissociandosene (dal messaggio di denuncia costituito dal film) o meno. Si tratta pertanto di un film coraggioso. Non è divertente, poiché aiuta a riflettere. E la riflessione, a volte, costa fatica e non riceve compensi di nessun genere ( e forse a volte è anche autopunitiva, se divulgata). Specie se va “contro corrente”. Riflessione comunque che, essendo  un bene prezioso perché raro,( va pensiero e) “vola su ali dorate”. Mentre, come eufemisticamente si esprime, a chiare note il film, ancora una volta l’orchestrina suona…e la nave affonda (o forse è già affondata ma nessuno lo dice).

Bluewind

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