domenica 23 marzo 2014

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BREITE  STRASSE (9bis) (Vite libere sul Baltico)
Per nulla sorpresa del suo arrivo, sorridendogli  gli disse: “Finalmente mi hai trovato ! Sapevo che mio padre avrebbe incaricato te di ritrovarmi”. Aggiungendo di li a poco e mostrandogli in bella fila dei sassi neri, compatti e lucidi, collocati in terra su una tavola: “ Vedi questi sono i sassi che porterò in dono a mio padre.  Quando tornerò da lui. Li ho trovati nei fondali del mare. Qui mi trovo bene”. E poi, come  volendo precisare una ulteriore spiegazione al suo allontanamento, aggiunse: “Sono finalmente libera dalle costrizioni e condizionamenti di Lubecca”. Paul aveva già notato questi sassi, in occasione di una sua immersione nel Baltico. Erano pesantissimi. Conformati, con estrema fantasia dai movimenti del mare e dalle alghe, che stranamente vi si erano radicate ed ondeggiavano, sembra beatamente, seguendo ed accompagnando il movimento dell’acqua. Comunque non pensò che il padre avrebbe molto apprezzato il dono della figlia. Si fece dare del pane, che sminuzzò, avendo notato, in prossimità, dei grandi gabbiani che gracchiavano, guardandolo. Evidentemente desideravano del cibo. Nei giorni successivi si recò nuovamente da Isabel. Ed ogni volta trovava in vedetta, sul punto più alto del tetto della cabina, un gabbiano. Che al suo arrivo, iniziava a gracchiare sonoramente, quasi ad avvisare i suoi compagni (assenti). Che di lì a poco sopraggiungevano, partecipando al banchetto (del pane). Tornato a Lubecca, si fece ricevere dal capo della polizia, che tranquillizzò, dicendogli: “Isabel sta bene”. Ed aggiungendo, subito dopo: “Sta vivendo la sua vita”. (Pensò che quest’ultima battuta avrebbe potuto anche risparmiarsela. Senza danno alcuno). (continua). (Fatti, personaggi e vicende di questo post sono esclusivo frutto di fantasia e non hanno alcun riferimento con la vita reale).Bluewind


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