lunedì 16 settembre 2013

CULTURA (a perdere)

CULTURA (a perdere)
Scrive G.Nicoletti (su La Stampa del 16/9 us.,p.1) di aver provato un sincero dolore a veder morire, al Palio d’Asti, quel purosangue che, nei suoi ultimi attimi di vita, sembrava voler nascondere il suo capo in basso, quasi per non vedere quella varia “umanità” che aveva intorno (eleganti dame e cavalieri appiedati). Osservando altresì che, nell’iconografia equestre, si è quasi sempre consentita  al cavallo una morte ed una posa eroica. Ma si sa, i tempi cambiano (e gli uomini con essi…?). E si afferma che lo “spettacolo” del Palio sarebbe irrinunciabile, perché facente parte delle tradizioni e della “cultura locale”.
Al Giglio sono stati accreditati ben 350 giornalisti, provenienti da ogni parte del mondo. Che sia anche quello (della Concordia) un fatto culturale ?

Bluewind 

2 commenti:

  1. Complimenti Mimmo.Sempre informatissimo. Incredibile veramente.Non appartieni per caso allo staff di google o ai Servizi Segreti?... Ovviamente scherzo,anche perchè a suo tempo ti ho chiamato il "Rivisitatore Della Storia". Te ne ricorderai certamente,con i neuroni che ti ritrovi.
    Mirka

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