martedì 24 febbraio 2015

FAUTORI DEL BENE

FAUTORI  DEL  BENE
Scesa la notte, Rimbaud  raggiunse la periferia di Harar rimanendo in attesa delle sue amiche serali. Le iene. Con le quali sentiva di avere una specie di affinità. Incontrollabile oscura e misteriosa.  Che, sembra, accompagnasse l’uomo sin dalla notte dei tempi. Come gli aveva spiegato il suo amico Freud, si trattava dell’inconscio. Che sempre spingeva verso il bene ma nel contempo determinando,  (forse) inconsapevolmente il male. Le iene erano arrivate. Se ne era sentita già a distanza il loro puzzo. Gli diede la carne, puzzolenta ma non troppo. Invitando gli altri europei ,che lo avevano accompagnato ,a fare altrettanto. Lo imitarono. E le iene sembravano loro grate. Poiché si limitavano a sfiorare le loro mani. Senza ferirli. Forse riconoscendo loro una qual certa “affinità elettiva”. Gli indigeni, abitanti di Harar, consideravano tali rituali, che si susseguivano regolarmente ogni sera, come abituali e tipici degli occidentali. Considerati, da tempo, come grandi parolai ed altresì grandi propiziatori del bene. Ma, a volte, nel contempo, e forse inconsapevolmente, creatori del male. Ma forse era, incontrollabilmente, l’inconscio.

 BW 

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