SVEZIA..INFERNO E PARADISO
Sprofondò come in un
letto di piume. Soffice. Caldo. Protettivo. Mentre fuori fischiava la tormenta.
Strapazzando i rami degli alberi ai margini del bosco. La sera precedente si era rivisto, con una
certa emozione, qualcuna delle cassette registrate dello sceneggiato
televisivo. Ed il padre sembrava stargli accanto. Nonostante che, da qualche tempo,
non fosse più tra i viventi. Ma la sua presenza gli appariva come un fatto
positivo. Trattandosi di una presenza ancora vivente, anche se irreale. In
dimensioni del genere il suo modo di esistere gli suggeriva di accettare tale
realtà. Anche se solo fugace, illusoria ed irreale. Lo sceneggiato gli dava
ancora una certa emozione, anche perché parametrava ciò che realmente gli era
accaduto in vita. Nella quale era stato combattuto e quasi continuamente
avvolto da due grandi affetti. Da lui non adeguatamente ricambiati. Così almeno
credeva. Poiché sembrava essere nell’attesa di qualcosa di più intenso. Come se
la sua esistenza, mentre il tempo inesorabilmente e velocemente passava, fosse
da considerarsi eterna. Quasi senza confini. Ma a questo punto si svegliò.
Abbandonando i rimpianti. E rimanendo ancora, per qualche tempo, nel suo letto
di piume. Al caldo. Fino a chè l’ulutato, all’esterno, dei suoi cani, lo
richiamò alla concretezza del reale. Quello vero. Non l’altro. Quello del
sogno.
Bluewind
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