domenica 13 ottobre 2013

L'ATTESA

L’ATTESA

Dopo aver letto “Aspettando Godot” di Samuel Beckett, potremmo chiederci chi fosse Godot. Forse – emblematicamente – l’attesa di Dio, un mondo senza padroni, la felicità, l’avvenire dei figli…Ma, forse, le risposte sono sbagliate poiché la domanda stessa è mal posta. Infatti quell’attesa è fine a se stessa. Ed è solo una dimensione dell’esistere, coessenziale alla vita stessa, con la quale si identifica. E durerà tutto l’arco della nostra esistenza. E’ un’attesa di un quid senza un contenuto specifico . E se lo ha, sembrerà un quid diverso da quello che ci si prefigurava all’inizio. L’Autore ce lo fa comprendere. Quel Godot che si fa attendere non arriverà mai. Perché è già arrivato. Sta in noi. Fa parte del nostro stesso DNA. Accompagnerà silenziosamente il nostro mestiere di viventi (sin dalla nascita).

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giovedì 10 ottobre 2013

UN MALIZIOSO INGANNO

UN MALIZIOSO INGANNO
Guardiamocela questa “Annunciata” di Antonello da Messina (psicologicamente ed esteticamente eccezionale). Con la sua espressione enigmaticamente ed ironicamente ambigua che sembra travalicare i tempi, trasfigurando, nell’immagine, la stessa donna di oggi. Piena di sorprese. Forse, anche di maliziosi inganni. Ma pur sempre donna viva. Vera. Carica di umanità. Da sempre così. E che per questo ci piace.
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MONDAN ROMORE:::

 MONDAN  ROMORE…

Con apprezzabile scelta dei tempi il Teatro Regio di Parma Ha iniziato la sua stagione lirica con il Simon Boccanegra di G.Verdi. Una delle opere più amate dal suo Autore. Evocativa di una che, forse da sempre, costituisce una delle dimensioni di vita dei tempi di Verdi. (E non solo). Fatta di intrecci fatali, di atavici risentimenti collettivi, di strumentali fraintendimenti e di storiche interpretazioni. Spesso contraddittorie. Ispirate da interessi contrapposti. Spesso utilizzate per confondere. Disinformare. Comunque non favorire una facile comprensione di ciò che effettivamente è avvenuto (e soprattutto evitando di metterne in luce le cause). Esemplificatamente la mente non può che riandare al leit motiv che una delle attuali radiofonie (quella del Sole 24 ore) mette in onda, instancabilmente notte e giorno, circa il talentuoso giovanilismo tecnico culturale di chi è costretto a recarsi all’estero, ove trova sempre una brillante, facile soluzione a tutti i suoi problemi. Economici, di carriera e quant’altro. Sembrerebbe quasi un’incoraggiamento a recarsi altrove. Ad andarsene. Togliere, per così dire, l’incomodo. Ma poi sopraggiunge l’altra notizia, proveniente dai dati statistici dell’OCSE (l’organizzazione dei paesi più industrializzati) (cfr. La Repubblica del 10/10 us, pag.12) che collocano, impietosamente l’Italia, quanto a competenze tecnico culturali al 19° posto. (Addirittura dopo Cipro e l’Estonia). E cioè, come spiega esaurientemente il quotidiano, in una dimensione di “analfabetismo funzionale” che, in parole povere, significa “saper leggere, scrivere, far di conto” ma, allo stesso tempo, non saper comprendere ed utilizzare alcun dato, tabella o grafico. Ciò dimostrerebbe, secondo l’attuale ministro del lavoro Giovannini, quanto siamo indietro in termini di capitale umano e di occupabilità. Quid veritas ?. (Presumibilmente ogni notizia è fatta su misura per chi vuole crederci). Potremmo anche non badarci. E seguire D.Alighieri, che troviamo nell’XI° canto del Purgatorio quando afferma, in tono forse consolatorio, “Non è il mondan romore altro che un fiato di vento, ch’or vien quinci ed or vien quindi e muta nome  perché muta lato”.

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mercoledì 9 ottobre 2013

GEREMIADI

GEREMIADI
Sono quelle di Repubblica (del 9/10 us, p.26) che sembra esprimere meraviglia e stupore per l’annullamento della 38° ediz. del Motorshow di Bologna, per l’assenza di ditte partecipanti. Presumibilmente a causa della crisi. (Altre novità potrebbero riguardare, prossimamente, alcuni quotidiani nazionali). C’è pertanto da meravigliarsi ma….fino ad un certo punto. Dato che la crisi ha investito persino la capitale dell’auto. Detroit. (che il 18/7 us avrebbe dichiarato “bankruptcy”). Ed ove numerosi edifici risultano abbandonati e deserti. Alcuni suoi visitatori la considererebbero città potenzialmente pericolosa. Sia per la criminalità, che sembra essersi fatta più invadente, che per i numerosi cani (randagi, poiché abbandonati dai padroni, trasferitisi altrove) riuniti in branco, che minacciano i viandanti. Quindi se visitate Detroit….procuratevi una scacciacani. (potrebbe esserVi utile).

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domenica 6 ottobre 2013

ASPETTANDO GODOT

ASPETTANDO GODOT
Secondo un titolo giornalistico (su La Stampa del 7/10/13, pag.13) “ L’Italia” sarebbe”il Paese del terziario arretrato”. “Più lavoro solo per colf e badanti. Così ci condanniamo alla decrescita”. Ma si tratta, evidentemente, di un enunciato in contro tendenza rispetto a quello, conclamato ripetutamente, che la crescita avrà luogo prossimamente. (Anzi nel 2014). E di chi auspica l’avvento di una eutanasia per i sofferenti (o da chi venga ritenuto tale, da colui che ne ha il potere). Con (ciò che non guasta) un conseguente notevole risparmio per le spese sanitarie del welfare. Ed applicando ancora una volta la ormai consueta regola della duplicità dei fini. (Di cui uno evidenziato “pubblicamente” e l’altro tenuto semi nascosto perché apparentemente secondario).  Forse si tratta solo di “chiacchere”. Che, secondo il noto proverbio napoletano (“chiacchere e tabacchiere il Banco di Napoli non l’impegna”) valgono meno di zero.
Il post viene accompagnato da alcuni brani musicali, che con il coinvolgente entusiasmo partecipativo del pubblico e dei loro esecutori , sembrano voler percuotere qualsivoglia, non solo intellettualistica, stagnante atmosfera.
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sabato 5 ottobre 2013

ANALOGICHE PROPENSIONI

MOTIVAZIONI UMANITARIE
Molto bene l’enunciazione giornalistica posta a corredo di alcune foto (su La Stampa del 5/10 us, p.6-7) in cui sono evidenti e vengono sottolineate dall’Articolista alcune analogie con le foto che “le portavamo anche noi italiani nel grande esodo verso le Americhe”. E ciò, quasi a voler supportare l’esigenza di una maggiore partecipazione umanitaria (anche organizzativa ed economica) a sostegno degli immigrati. E quasi a voler scardinare l’ipotesi che, trattandosi di esseri aventi le nostre stesse aspettative di esistenza, non sarebbe condivisibile il luogo comune che, secondo una storica “attivista di Lampedusa”, essendo di pelle nera, “abbiano gli orecchini al naso”. (Anche se trattasi ormai di una consuetudine attualmente molto diffusa, tra giovani e meno giovani). Bene dunque (ovviamente, in mancanza d’altro) anche se la partecipazione umanitaristica ad eventi riguardanti altri esseri  umani non è e non può (solo e comunque) basarsi su motivazioni identitarie o di somiglianze ma, trattandosi di una dimensione dello spirito, dovrebbe necessariamente prescindere da qualsivoglia presupposto di analogie fisiche o situazionali. L’immagine che accompagna il post è quella dell’opera di Cezanne “I Bagnanti”, ridenominata da BW in “I senza volto”,per adeguarla all’argomento trattato.  

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martedì 1 ottobre 2013

COSI' VICINI COSI' LONTANI (scacco matto)

COSI’ VICINI COSI’ LONTANI (Scacco matto)

Si potrebbe dare il caso (in realtà non troppo peregrino) che, specie nelle fasi iniziali delle partite a scacchi, il re resti bloccato da pezzi del suo stesso colore, che gli siano estremamente limitrofi ed affiancati e che non gli consentano di movimentarsi per sottrarsi alla minaccia dell’incombente scacco matto. E che le due caselle che gli avrebbero consentito di farlo siano sotto minaccia del colore avversario. Fabula docet che amicizie (ed apparenti vicinanze) potrebbero, a volte, produrre un esito negativamente risolutivo (negli scacchi, lo scacco matto).

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