Anche quella mattina si recò nella
casa del delitto. Entratovi, si sedette,
come al solito, appoggiandosi sulla sponda del lungo tavolo di legno naturale,
ivi esistente ed iniziò ad osservare il fiore nel bicchiere. La stupì il fatto
che, nonostante fosse passato qualche tempo dalla prima volta che l’aveva
osservato, il fiore gli apparisse giovane e fresco come il primo giorno.
Continuò ad osservarlo. Qualcosa dentro di se lo spingeva a credere che quella
rosa, involontaria testimone dell’accaduto, fosse (e contenesse in se) la
soluzione della vicenda. Sentiva che doveva essere necessariamente così. Ed improvvisamente qualcosa gli si illuminò dentro. Facendogli intravedere la
soluzione di ciò che cercava. E che ormai gli appariva di una semplicità
estrema. Pensò che quella rosa e la sua realizzazione dovevano essere stati
opera di uno o più esperti. Nei pressi della casa del delitto e del limitrofo vivaio
aveva notato l’esistenza del laboratorio missilistico sul quale, inizialmente,
erano state incentrate le indagini. Successivamente abbandonate. Recatosi nel
vivaio gli sembrò strano (e peraltro indicativo) che il suo gestore, per il suo
modo di parlare e di essere, fosse tutt’altro che un umile gestore di vivaio. Il
quadro gli si completò allorchè ebbe ad accertare che costui lavorava, part
time, quale addetto alle pulizie presso il laboratorio missilistico. Di qui ad
appurare che da tale laboratorio erano stati, nel passato, misteriosamente
trafugati importanti elaborati missilistici, il passo fu breve. Come anche l’individuazione
di complici, mandanti motivazioni ed esecutori del crimine sul quale si
indagava e degli altri in precedenza commessi….(E’
questa una vicenda del tutto immaginaria ed ogni eventuale riferimento a fatti
o personaggi effettivamente esistenti deve considerarsi del tutto casuale e
comunque non voluto) (continua)
BW
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