domenica 17 agosto 2014

LUCE BLU


LUCE  BLU

A volte avviene. Nelle introspezioni scientifiche. Nelle indagini psicologiche. In quelle giudiziarie.  Che si indaghi. Tra una grande quantità di dati. Applicando le regole ed i metodi risaputi. Abituali. Poi. Quasi a caso, si decida di abbandonare la via maestra. Del pensiero. E’ come se dentro di noi si accendesse una strana luce. Forse blu. Forse di altro indefinibile colore. E la soluzione appare facile. A portata di mano. Un esempio di ciò che in tal caso avviene ce lo offre il noto scrittore di gialli Henning Mankell in un suo racconto (recentemente programmato alla TV). Allorchè l’investigatore, dopo aver percorso le abitudinarie strade (delle indagini tradizionali ), decide di abbandonarle per seguire il  più rischioso percorso di indagare, approfonditamente, su coloro che, in apparenza, non avrebbero avuto alcuna motivazione o interesse a commettere il delitto (trattavasi di un avvelenamento, con esito mortale, di più persone, vittime di un insapore veleno inserito in una torta di compleanno).  L’indagato, dopo ore di interrogatorio, ebbe la necessità di avere del cibo. Gli fu portata una fetta di torta, del tutto simile a quella dell’avvelenamento. Che l’indagato rifiutò di consumare. (Spiegatogli che il suo tentativo venefico non era andato “a buon fine” avendo colpito coloro cui non era destinato, tra cui diversi bambini, ed in un’improvviso tentativo di autopunizione, trangugiò rapidamente tutta la fetta. Senza che si presentassero, a breve, i sintomi dell’avvelenamento). Era questa la prova che si attendeva. Per merito di quella luce blu o di altro indefinibile colore, che si era improvvisamente e forse casualmente accesa nella mente dell’investigatore.

Bluewind

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