domenica 21 luglio 2013

Se la collettività ci castiga...



SE LA COLLETTIVITA’ CI CASTIGA…
È segno che forse stiamo nel giusto itinerarioMunch è un sublime interprete della realtà…forse di sempre. La collettività, negazionista, ebbe a suo tempo a ripudiarlo. Come, a suo tempo, ripudiò Ibsen. Definendoli, ambedue, intossicati ed alcolisti (ed evidenziando solo alcuni degli aspetti di costoro). Senza che ciò potesse esimere dal soffermarsi ad interpretare – obiettivamente – le loro creazioni. Tra cui questa (dai colori splendidamente…spenti) ove Munch descrive – a modo suo – la molteplicità (forse di sempre) del mondo interiore della donna. Al tempo stesso angelicata (la donna senza volto che,come trasognata, si dirige verso il mare), quella con il gusto della vita (nuda) e quella che intende trascendere la materialità dell’esistenza (ieratica ed in piena ombra). L’unico o quasi che ebbe a comprendere la dimensione psicologico-surreale del quadro fu Ibsen, che ne trasse l’ispirazione per il suo :”Quando noi morti ci destiamo”. Ove le tre donne del dipinto sono diventate le protagoniste del dramma. L’unico ad accorgersene fu lo stesso Munch (ed – ovviamente – nessun altro).

Bluewind

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