martedì 12 marzo 2013

SHOAH (degli onesti)


SHOAH (degli onesti)
A cosa pensi ?  chiedeva a volte la madre alla figlia Fulva. “A niente”. Rispondeva questa, continuando a guardare nel vuoto. Non voleva frequentare il corso tecnico commerciale (propostole dalla madre) che le avrebbe consentito di trovare un’occupazione decente. “Il mio futuro è su un set” ripeteva spesso. “Il resto è una perdita di tempo”. Lavorava come dog sitter e e baby sitter presso famiglie benestanti. Per procurarsi qualche euro, che dava alla madre. Venne anche per lei un’opportunità. Nelle vesti di una agente teatrale. Che era rimasta ammirata dal suo modo di fare, di guardare, di parlare. E che le offrì di interpretare una parte di protagonista in un film che  già si prefigurava di successo, diretto da un regista di successo, prodotto da un produttore di successo. Sarebbe stata ben retribuita. Ed in seguito le si sarebbe aperto un futuro  senza problemi. Il giorno precedente la sottoscrizione del contratto di ingaggio lesse il copione. Pensò che era uno schifo. La mattina successiva, allorchè le fu presentato il contratto da sottoscrivere, disse che non avrebbe preso parte al film. Poiché non le piaceva il copione. In seguito, quando venne programmato,il film non ebbe alcun successo. Ma a questo seguirono altri film (di nessun pregio). Che costituirono il vanto della collettività. (che ebbero il supporto favorevole della critica). E che ebbero successo. Una sera la madre si soffermò a guardare la figlia Fulva , che aveva davanti a se  un testo sulla contabilità in partita doppia. Non lo stava studiando ma sembrava che contemplasse il vuoto. Guardandola attentamente, si chiese che rapporto poteva esserci tra le dolci sembianze del suo volto e la sua intuitiva capacità di giudizio. Ma la figlia stava riflettendo. E si chiedeva se, in fondo, la madre non avesse ragione. E che il suo destino non fosse quello che era prefigurabile sin dall’inizio. Senza ulteriori opportunità di svolta. E che era lo stesso del quale erano partecipi milioni di sue coetanee. (Senza via di uscita)

Il post è tratto dal racconto “L’OPPORTUNITA’ di J. Cheever (dic 1949), liberamente e (quasi) completamente modificato,  interpretato, abbreviato e rimaneggiato da BW.

Bluewind

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