domenica 6 gennaio 2013

Ed in effetti...così era


E in effetti…così era.

Cercai di sapere se Erasmo da Rotterdam appartenesse a qualche gruppo o consociazione. Mi fu risposto: Erasmo est homo pro se.” (da Epistolae obscurorum virorum, 1515).

Si era allontanato qualche giorno prima dal carnevalesco, provinciale e mangereccio Natale romano. Ove tutto sembrava falso. Tranne la ovvietà gelida del freddo e degli spot elettorali. La meta prescelta erano le 150 isole di Los Roques. Dal mare sublime e quasi trascendentale. E dai misteriosi eventi (ai confini della realtà). Gli aerei scomparivano (come si fossero dissolti, nel nulla) senza lasciare alcuna traccia visibile. Poi non è che, toccando terra l’esistenza stessa fosse assicurata. Con i numerosi omicidi, frequentemente commessi nelle posadas (case basse color pastello), anch’essi misteriosi perchè irrisolti,  e quindi senza colpevoli visibili. Poco prima di arrivare provò la stessa sensazione di pochi anni prima (40) allorchè in una partita a scacchi (il gioco dei re) tra un campione ed un principiante (in una delle prigioni della Gestapo) si era sostituito a quest’ultimo, correggendone gli errori. E sorprendentemente aveva vinto. Ciò era avvenuto poiché da tempo, per mantenere in esercizio il suo cervello (durante la sua lunga permanenza in una  cella di isolamento e tra una tortura e l’altra) si era allenato a giocare con un invisibile avversario. Tentando (e quasi sempre riuscendo) ad impersonare, ad ogni mossa, una delle invisibili identità di ciascuno dei giocatori. Ma subito dopo avendo la sensazione di scomparire, come naufragando nel nulla, pur essendone consapevole ed al tempo stesso perdendo la visibilità del proprio corpo…Pensava che il mistero delle misteriose dissolvenze di aerei avvenute in prossimità di quelle isole (che stava per raggiungere con uno scassato, rumoroso bimotore Britten-Normen-BN-2 Islander) avrebbe potuto aiutarlo a comprendere la ragione di quei suoi strani sdoppiamenti che gli erano incessantemente occorsi, negli ultimi tempi. E nelle occasioni più imprevedibili. Erano intanto ormai arrivati in vista delle isole di Los Roques, quando i motori aumentarono insopportabilmente la loro già intensa rumorosità, senza ragioni apparenti. Non riuscì a vedere più nulla attorno a se. Nel contempo gli sembrò di venir meno. (un’altra volta ebbe la stessa sensazione allorchè si trovava in alta montagna, in Svizzera,  a circa 4.000 mt di altezza ) Quando si riprese ebbe ad accorgersi che vedeva tutto attorno a se più chiaramente di prima. Tranne la propria fisicità corporea, che sembrava essersi dissolta. (Forse era proprio quello che voleva, senza rendersene conto). Ed in effetti…così era.

(Lo spunto della parte riguardante il gioco degli scacchi mi è stata offerta dal quasi omonimo racconto dello scrittore austriaco S.Zweig, opportunamente modificato).

Bluewind


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