IN ATTESA DI MIGLIOR FORTUNA
Nelle “primarie”
recentemente conclusesi ha vinto non già
l’Italia del sussiegoso doppiopettismo, del tecnicismo (per sua stessa
tipologia, incapace di risolvere i problemi
della sopravvivenza collettiva), l’Italia del gadget, dell’informatica
applicata non alla semplificazione delle procedure (ma al suo contrario),
l’Italia del giovanilismo male inteso. Ha vinto un’Italia social popolare. (consociativa).Quella
che già da tempo conosciamo, attraverso l’attuale letteratura, l’attuale livello
delle conduzioni televisive di successo, l’ossequioso rispetto per ciò che non
è quello che dovrebbe essere, l’Italia dell’attuale Welfare, del perbenismo
della gente comune, l’Italia del lavoro (e che strizza l’occhio alle imprese) nonchè delle più tipiche tradizioni
familiari, basate sulla cooperazione dei suoi componenti e sulla loro reciproca
compartecipazione. L’Italia non delle famiglie allargate, l’Italia del laicismo
“quel tanto che basta”.
Passando ad altro argomento ed osservando le splendide
immagini delle edificazioni di Samarcanda (Ubzekistan) sorge spontaneo
chiedersi cosa rimarrà del nostro tempo come traccia tangibile, culturale della
nostra esistenza (collettiva). Forse la discussa edicola di R.Meier
che copre l’Ara Pacis a Roma o l’Auditorium Parco della Musica di Renzo Piano
al Villaggio Olimpico (di Roma),
definito “bacherozzo” ? Forse non
rimarrà proprio nulla che costituisca la tangibile riprova di una nostra sopravvivenza
collettiva che non sia stata solo un’incidente di percorso ed un puro e semplice vegetare…in attesa di
miglior fortuna.
Bluewind
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