GOCCE
DI DOLCE VELENO
Che fine ha fatto il cigno ? Sulla scena si
sono viste solo alcune sue penne sciolte. Esibite sottobraccio da un non troppo
convinto , giovanissimo e riccioluto Lohengrin. Apparentemente inquieto,
insicuro, nonostante il gilet stile Prada indossato. Nulla da dire sulla
eleganza della platea. Ineccepibile. Si deve riconoscere, non senza un
legittimo orgoglio, che abbiamo sicuramente il pubblico teatrale più elegante
del mondo. Si tratta in gran parte di personaggi altolocati, che sono dei veri
figurini, nonostante l’intenso lavoro cui si sottopongono. La superstizione poi
è stata lodevolmente bandita. Nonostante i numerosi segnali (negativi)
susseguitisi. Tra i quali la malattia di ben due interpreti del personaggio di
Elsa. Il forfait del presidente della commissione europea (Barroso) impossibilitato ad intervenire perché bloccato a
Bruxelles dalla neve (questa è la tesi ufficiale), il governo Monti “alquanto traballante – cadente – quasi caduto” (così scrive
un giornalista a pag. 39 de La Stampa). La vicenda dei due inni, quello di Mameli e quello europeo. Quest’ultimo annullato per l’assenza di Barroso. Il primo eseguito solo alla
fine dello spettacolo, per non turbare con le sue percussioni bandistiche la
serena, idillica musicalità dell’ouverture. (questa è, almeno, la motivazione
ufficiale). Gli esecutori sono stati tutti bravissimi. Gli spettatori eccessivamente
trionfalistici negli atteggiamenti e negli abiti da cerimonia. Forse non si sono ancora acccrti che c’è
una crisi. Forse
non se ne accorgeranno mai.
Bluewind.
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