LEGITTIMA SUSPICIONE (n.6)
(racconto)
Tornato, il giorno successivo, al IV piano, il
sovraintendente Paolucci notò, per la prima volta, appeso ad una parete di una
stanza, in cui solitamente la defunta Maria Dolores era solita passare le sue
giornate, il dipinto di un’ingenuo ex voto. Che turbò non poco il
sovraintendente. Raffigurava una nave che, in una tempesta, stava affondando.
Ed alcuni marinai che si stavano buttando in mare. Ciò che rendeva
incomprensibile , sul piano logico – estetico,l’immagine era l’esistenza di una
piccola bottiglia, posta a fianco dell’immagine stessa. Spinto più che altro
dalla curiosità (più che dal suo consueto istinto di approfondire, ogni volta,
ciò che gli appariva inesplicabile), chiese ragguagli al portiere, che, questa
volta, gli si rivolse con un atteggiamento quasi amichevole (così almeno gli
sembrò). Costui gli spiegò che, a suo tempo, il padre di Maria Dolores faceva
parte dell’equipaggio di un sommergibile, che venne affondato (nel 43) da una
unità inglese. Tutti i pochi sopravvissuti vennero tradotti in un campo di
concentramento, ma il padre della defunta non sopravvisse alla prigionia. Nel
periodo successivo, Maria Dolores, che aveva perduto la madre e non ancora
aveva incontrato colui che sarebbe divenuto il suo sposo, si sentiva
terribilmente sola ed era intenzionata quasi a suicidarsi. Attendeva,
incredibilmente, un qualsivoglia segnale, che le consentisse di avere un
qualche inaspettato conforto. Come quando era in vita il padre. Ed,
incredibilmente, il segnale venne ed ebbe l’e sembianze di una bottiglia con un
messaggio dentro (lanciata a suo tempo
in mare dal padre) che si era arenata 50 anni dopo su una desolata e non
frequentata spiaggia del Salento. “Io
sono vivo” segnalava il messaggio, unitamente al nominativo del compilatore
ed il suo precedente indirizzo in Italia. Il sovraintendente, che da sempre era
stato un positivista, rimase, anche se non lo fece a vedere, piuttosto turbato
dalla vicenda. E si chiese se fosse stato proprio per caso che gli era stata
affidata l’indagine. Vicenda alla quale si sorprese di ripensarvi con una certa
frequenza mentre la sua mente andò a quanto doveva essere nel vero il bravo Nichte
quando, con incredibile approfondimento, aveva affermato che “i fatti (di per se) non esistono”, (forse) “esiste” (solo) la loro “interpretazione”. Quante volte
sbagliamo. Ma (forse) intorno a noi esiste un quid, dal quale siamo avvolti
(per il bene nostro e forse anche degli altri). Come la luce, che ha necessità di
avere intorno a se molto buio. Molto buio…Per essere riconoscibile.
Bluewind
(I personaggi, le
situazioni, i nominativi del racconto non hanno alcun riferimento a situazioni,
personaggi, nominativi della vita reale ma sono l’esclusiva risultante della
inventiva dell’autore. Le puntate precedenti del racconto sono leggibili sui
siti: westwind1930.bluewind.wordpress.com, westwind1930.wordpress.com e su
westwind1930.lupoblu.wordpress.com).
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