FARFALLA BLU (2)
Paul,
con la sua 1100/D targata Monaco, imbocco la stradina che conduceva alla
località alpina ove aveva preso dimora Gretel
e la sua famiglia. La stradina veniva ottimisticamente definita dalla carta
stradale come “rotabile”. E Paul presumeva che rotabile fosse l’equivalente di non
asfaltata. E non altro. In effetti la stradina era pittosto angusta (larga
non più di due metri) ed era ricoperta di un’abbondante strato di ghiaia, che
rendeva piuttosto instabile la marcia in salita. Ciò che faceva risultare alquanto periglioso il procedere, in quanto a
sin. v’era una parete rocciosa ed a ds. un burrone. Considerando che l’auto,
con le marce basse, tendeva a slittare con il retrotreno verso ds (cioè verso
il burrone), occorreva tenere quasi sempre inserite le marce più alte (inidonee per la salita) per
ottenere una sensibile diminuzione di tale slittamento. Inoltre spesso si
incontravano, nel bel mezzo della strada, dei montarozzi di terra mista a
ghiaia, che occorreva sbancare, aumentando la velocità per poter procedere in
avanti. E non era infrequente l’incrocio con altre auto, ciò che, a volte,
rendeva necessaria la retromarcia, per raggiungere piccoli piazzali di sosta. E,
come Dio volle, si raggiunse la meta. E Paul
vide Gretel avanti ad una
abitazione, in attesa con una grossa valigia. Ciò che lo rincuorò, non poco
(nella inconsapevolezza di ciò che di lì a poco, lo attendeva). (continua). Bluewind
(I personaggi, le
situazioni, i nominativi del racconto non hanno alcun riferimento a situazioni,
personaggi, nominativi della vita reale ma sono l’esclusiva risultante della
inventiva dell’autore).
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