SU ALI DORATE (La grande bellezza)
Non è Roma “capitale”.
(La grande bellezza) (Sottovoce ce
lo chiarisce Verdone
nel personaggio dello scrittore senza successo: “Roma mi ha deluso”). Con le sue splendide rovine, silenziose ed
incombenti (in ogni dove). E che offre una curiosa dicotomia. Tra il suo modo d’essere ed il modo di
apparire dei suoi abitanti (ricoperti di paillettes). Almeno di quelli che ne sono la parte
visibile (lo smart set, i vip e
quant’altri). Trattasi di un continente
umano costruito sul nulla. Ed ancorato sull’ovvio. A patto che sia “alla moda”. (Ideologismi compresi). Di
cui il film “La grande bellezza” ne appare, in un certo senso, la sua ironica,
eufemistica parametrazione. Ed è sostanzialmente un grido accorato di denuncia.
Nei confronti di tutto ciò che appare, al momento,
vincente (romanzi, buonismo, ecologismo, tecnicismo, sessualità essenzialmente, come fatto fisico…) e che viene considerato ” creatività” e che tale
potrebbe essere se tale veramente lo fosse. Contrabbandando, forse
inconsapevolmente, falsità, entro le quali, come fossero una gabbia, si dibatte
la collettività nel suo complesso.
Stupisce pertanto che siffatto film (questa volta di reale denuncia) abbia visto , per così dire, la
luce. Sia stato altresì finanziato, diretto e realizzato ed addirittura
programmato da una TV generalista (Canale 5) con 9 milioni di spettatori e gli
sia stato attribuito l’Oscar. E non stupisce affatto che nessun organo di
stampa ne abbia compreso (0 fatto mostra di non comprendere) il significato
complessivo, non certo recondito. Dissociandosene (dal messaggio di denuncia
costituito dal film) o meno. Si tratta pertanto di un film coraggioso. Non è divertente, poiché aiuta a
riflettere. E la riflessione, a volte, costa fatica e non riceve compensi
di nessun genere ( e forse a volte è anche autopunitiva, se divulgata). Specie
se va “contro corrente”. Riflessione
comunque che, essendo un bene prezioso
perché raro,( va pensiero e) “vola
su ali dorate”. Mentre, come eufemisticamente
si esprime, a chiare note il film, ancora una volta l’orchestrina suona…e la
nave affonda (o
forse è già affondata ma nessuno lo dice).
Bluewind
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