BREITE STRASSE (9bis) (Vite libere sul Baltico)
Per nulla sorpresa del suo arrivo, sorridendogli gli disse: “Finalmente mi hai trovato ! Sapevo che mio padre avrebbe incaricato te
di ritrovarmi”. Aggiungendo di li a poco e mostrandogli in bella fila dei
sassi neri, compatti e lucidi, collocati in terra su una tavola: “ Vedi questi sono i sassi che porterò in
dono a mio padre. Quando tornerò da lui.
Li ho trovati nei fondali del mare. Qui mi trovo bene”. E poi, come volendo precisare una ulteriore spiegazione al
suo allontanamento, aggiunse: “Sono
finalmente libera dalle costrizioni e condizionamenti di Lubecca”. Paul aveva già notato questi sassi, in
occasione di una sua immersione nel Baltico.
Erano pesantissimi. Conformati, con estrema fantasia dai movimenti del mare e
dalle alghe, che stranamente vi si erano radicate ed ondeggiavano, sembra
beatamente, seguendo ed accompagnando il movimento dell’acqua. Comunque non
pensò che il padre avrebbe molto apprezzato il dono della figlia. Si fece dare
del pane, che sminuzzò, avendo notato, in prossimità, dei grandi gabbiani che
gracchiavano, guardandolo. Evidentemente desideravano del cibo. Nei giorni successivi
si recò nuovamente da Isabel. Ed
ogni volta trovava in vedetta, sul punto più alto del tetto della cabina, un
gabbiano. Che al suo arrivo, iniziava a gracchiare sonoramente, quasi ad
avvisare i suoi compagni (assenti). Che di lì a poco sopraggiungevano,
partecipando al banchetto (del pane). Tornato a Lubecca, si fece ricevere dal capo della polizia, che
tranquillizzò, dicendogli: “Isabel sta
bene”. Ed aggiungendo, subito dopo: “Sta
vivendo la sua vita”. (Pensò che quest’ultima battuta avrebbe potuto anche
risparmiarsela. Senza danno alcuno). (continua). (Fatti,
personaggi e vicende di questo post sono esclusivo frutto di fantasia e non
hanno alcun riferimento con la vita reale). Bluewind
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