Lo aveva incuriosito la singolarità dell’individuo (da
poco trasferitosi a Malmò) troppo benestante, troppo altruista. Aveva donato
per un trapianto uno dei propri reni ad una ragazzina di 15 anni. Senza
apparenti ragioni. (Il dono del rene da vivente a vivente era, solitamente una
eventualità più unica che rara). Aveva inoltre provveduto ad erogare le spese
ed i farmaci successivi all’intervento. E Paul si disse che doveva cessare di
meravigliarsi troppo quando si imbatteva nel bene. Anche se, stranamente, a
volte il bene poteva trarre le proprie origini ed il proprio spunto da un male
(precedente). (continua).
NB.I fatti, i personaggi, i nominativi, le vicende
e quant’altro sono puramente immaginari , inesistenti ed esclusivo frutto della
fantasia dell’autore.
Bluewind
Il bene quando si fa dev'essere sempre gratuito e mai ci si deve essere vincolati da aspettative di ritorni o ricatti. Il bene è sempre svincolato da tutto e liberamente cresce nei terreni mai neppure immaginati alla semina. E di questo ne dobbiamo essere certi. Mirka
RispondiEliminaD'accordo con Te sulla gratuità del bene. Ma se a volte, come in questo caso, la gratuità fosse troppo gratuita ? (Forse si deborderebbe sulla santità).Ciao.Mimmo
EliminaC'è qualcosa di troppo. "troppo". E questo deborda senza diventare bene. La sanità ne è semplicemente la conseguenza inevitabile con annessi gli eventuali danni
RispondiEliminaPerò donare un rene potrebbe essere un troppo....che non si fa tutti i giorni. E che richiede una motivazione forte e particolare, specie per chi, in precedenza, non ha mai avuto la vocazione della santità. Ciao. Mimmo.
RispondiEliminaCerto che si. Tu conosci io no. E allora ecco a galla anche il caso di coscienza olè
RispondiEliminaSperando che galleggi (e non sprofonda...nell'acqua).Ciao. Mimmo
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