SOLO UNA FAVOLA ?
SOLO UNA FAVOLA (forse ?)
Sansone e Dalida sopravvivono nel terzo millennio “dove
lui diviene il simbolo dell’attuale capitalismo allo sbando” (secondo il
regista catalano Carlus Padrissa che ha ripescato con furore giacobinistico l’opera
più famosa di Camille
Saint Saens :“Sanson et
Dalida”, mettendola in scena nell’aprile 2013 al teatro dell’Opera di Roma) . Secondo il Regista il mito di Sansone
sarebbe la metafora stessa di ciò che accade attualmente, ove le forbici fiscali,
i tagli alla cultura ed all’istruzione risultano essere assai di moda nell’Occidente.
E quindi, secondo il Regista, subendo il taglio della sua forza (cioè dei
capelli) l’uomo simbolo di potere Sansone sembrerebbe costretto a far venir meno il
proprio delirio di onnipotenza, la propria presunzione di poter far tutto, nell’ambito
dell’attuale capitalismo che sarebbe (secondo il Regista) allo sbando. Ma se i
capelli non fossero i suoi ma di qualcun
altro ? E se fossero solo una parrucca ? Tolta la quale Sansone riuscirebbe a sopravvivere
(alla grande) modificando la propria
identità nominale ma non il suo modo d’essere. Il capitalismo (vecchia
maniera) non è certo incapace di tali travestimenti. Alcuni dei quali
innegabilmente assai più degenerativi di ciò che esso era, in precedenza. Il
meccanismo è semplice. Basta modificare la desinenza iniziale (capital…) ed assemblare quella nuova alla parte finale (…ismo) che rimane invariata. Ed il gioco è fatto. Tutto ciò
quasi sempre avviene con il consenso, (che poi genera il generale consenso dei più), di stampa e massmedia. Ma qui si
passa a qualcos’altro. Cioè dal mito di Orfeo (con la sua cetra incantatrice) alla favola
del pifferaio di
Hamelin. (Ma quest’ultima è solo un’altra favola ?)
Bluewind
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