Unico difetto…
Ne parla Dino
Buzzati. Nella “Famosa
invasione degli orsi in Sicilia” (ed. Oscar
Mondadori). Orsi che, in epoca remota, popolavano le montagne innevate
della Sicilia. I quali, scorgendo le
pianure verdeggianti delle valli, popolate dagli uomini, e ritenendo che
costoro fossero i depositari di una civiltà superiore, decisero di
frammischiarsi ad essi, partecipando alla loro stessa esistenza. E
disattendendo la (all’epoca) indiscutibile credenza, ereditata dai loro
bisnonni, secondo la quale “le bestie sono buone e gli uomini sono empi”. Ma
dovettero ben presto ricredersi (e dar ragione alla credenza) quando ebbero ad
accorgersi che la civiltà di cui erano portatori gli uomini era in realtà, nel
suo complesso, una civiltà tutt’altro che progredita. In quanto gli uomini
erano in grado di guidare le astronavi ma possedevano al tempo stesso gli
istinti egoistici, predatori e primitivi dei cavernicoli. Di un tempo.
Ma ciò, secondo le analisi del socio biologo
evoluzionista Edward Wilson (cfr il suo
saggio sulla “Conquista sociale della
terra” ed anche gli studi dei matematici
Martin Nowak e Corinna
Tarnita sulle “relazioni di
parentela) sembrerebbe perdurare ancor oggi. Poichè, come ritenuto da Edward Wilson,
siamo costretti a condividere, nella collettività nella quale viviamo, una
dimensione che solo a parole può definirsi moderna ma nella quale coesistono aspetti
di conflittualità, di approssimazioni e di superficialità proprie dei
cavernicoli e piuttosto anacronistiche
con le tecnologie da semidei che possediamo.
Trattasi di una teoria da non sottovalutare. E che
fornirebbe soddisfacenti spiegazioni a vicende tutt’altro che remote del nostro
attuale livello di civiltà. Ricchissima,
quest’ultima, di contenuti tecnologici ma sostanzialmente priva di quant’altro
consenta di sentircene orgogliosi. (Che meraviglia ! Esclamò la volpe alla vista della maschera tragica. Alla quale la sorte aveva dato tutto tranne il comune buon senso. "Hoc illis dictum est, quibus honorem et gloriam fortuna tribuit, sensum communem abstulit" Fedro. Fabulae, 1, 7)
Bluewind
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