Un’arte fatta di empatia
Presumibilmente l’opera d’arte è quella nella quale il
suo autore riesce a trasfondere il suo modo d’essere e di sentire, e che
permane nel tempo per …farci compagnia. Non
conta il tempo che passa. I secoli, i millenni. Ciò che è rimane. Per sempre.
Ciò spiega la folgorazione di V. Grossman, avanti la Madonna Sistina di
Raffaello (esposta, dopo diverse vicissitudini, nella Gemaldegalerie di Dresda) per il quale “quella tela è immortale” e “non
morirà fino a che l’uomo avrà vita”. Ed allorchè rileva che “chiunque la guardi, coglie in Lei l’umano…” che sembra essere “L’espressione più atea della vita, di quell’umano a cui il divino non
partecipa “ (O meglio, ha ritenuto di
parteciparvi, allorchè si è fatto Uomo.
Poiché questa era la dimensione di cui era privo). E’ un’immagine che esprime
l’umano, del quale essere orgogliosi. “Il
volto della Madre non tradisce paura…Ella offre il bambino” (che sembra
esserne consapevole) “ alla Sua sorte,
non lo nasconde” “Fra poco lascerà le sue braccia e andrà incontro, scalzo, al
Suo destino”. “La Madonna con il bambino è l’umano nell’umano, sta in questo
la Sua immortalità”. (cfr V. Grossman, nel racconto “la Madonna Sistina”). “Quante
volte” Egli osserva “ ho cercato di
distinguere nel buio coloro che
scendevano dal treno….finalmente vedevo la verità in quei visi,
l’aveva dipinta Raffaello quattro secoli prima. Così l’uomo affronta il proprio destino”.
Bluewind
Bello! Hai fatto un'analisi perfetta dell'umano-non umano. Mirka
RispondiEliminaDi mio c'è solo l'empatia...il resto è tutto merito di Grossman (che mi ha letteralmente stupefatto). Ciao. Mimmo
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