domenica 7 luglio 2013

Un'arte fatta di empatia

Un’arte fatta di empatia
Presumibilmente l’opera d’arte è quella nella quale il suo autore riesce a trasfondere il suo modo d’essere e di sentire, e che permane nel tempo per …farci compagnia.  Non conta il tempo che passa. I secoli, i millenni. Ciò che è rimane. Per sempre. Ciò spiega la folgorazione di V. Grossman, avanti la Madonna Sistina di Raffaello (esposta, dopo diverse vicissitudini, nella Gemaldegalerie di Dresda) per il quale “quella tela è immortale” e “non morirà fino a che l’uomo avrà vita”. Ed allorchè rileva che “chiunque la guardi, coglie in Lei l’umano…”  che sembra essere “L’espressione più atea della vita, di quell’umano a cui il divino non partecipa “ (O meglio, ha ritenuto di
parteciparvi, allorchè si è fatto Uomo. Poiché questa era la dimensione di cui era privo). E’ un’immagine che esprime l’umano, del quale essere orgogliosi. “Il volto della Madre non tradisce paura…Ella offre il bambino” (che sembra esserne consapevole) “ alla Sua sorte, non lo nasconde” “Fra poco lascerà le sue braccia e andrà incontro, scalzo, al Suo destino”. “La Madonna con il bambino è l’umano nell’umano, sta in questo la Sua immortalità”. (cfr V. Grossman, nel racconto “la Madonna Sistina”). “Quante volte” Egli osserva “ ho cercato di distinguere nel buio coloro che scendevano dal treno….finalmente vedevo la verità in quei visi, l’aveva dipinta Raffaello quattro secoli prima. Così l’uomo affronta il proprio destino”.

Bluewind

2 commenti:

  1. Bello! Hai fatto un'analisi perfetta dell'umano-non umano. Mirka

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  2. Di mio c'è solo l'empatia...il resto è tutto merito di Grossman (che mi ha letteralmente stupefatto). Ciao. Mimmo

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