E in effetti…così era.
“Cercai di sapere
se Erasmo da Rotterdam appartenesse a qualche gruppo o consociazione. Mi fu
risposto: Erasmo
est homo pro se.” (da Epistolae
obscurorum virorum, 1515).
Si era allontanato qualche giorno prima dal
carnevalesco, provinciale e mangereccio Natale romano. Ove tutto sembrava
falso. Tranne la ovvietà gelida del freddo e degli spot elettorali. La meta
prescelta erano le 150 isole di Los Roques. Dal mare sublime e quasi
trascendentale. E dai misteriosi eventi (ai confini della realtà). Gli aerei
scomparivano (come si fossero dissolti, nel nulla) senza lasciare alcuna
traccia visibile. Poi non è che, toccando terra l’esistenza stessa fosse assicurata.
Con i numerosi omicidi, frequentemente commessi nelle posadas
(case basse color pastello), anch’essi misteriosi perchè irrisolti, e quindi senza colpevoli visibili. Poco prima
di arrivare provò la stessa sensazione di pochi anni prima (40) allorchè in una
partita a scacchi (il gioco dei re) tra un campione ed un
principiante (in una delle prigioni della Gestapo) si era sostituito a quest’ultimo,
correggendone gli errori. E sorprendentemente aveva vinto. Ciò era avvenuto
poiché da tempo, per mantenere in esercizio il suo cervello (durante la sua
lunga permanenza in una cella di
isolamento e tra una tortura e l’altra) si era allenato a giocare con un
invisibile avversario. Tentando (e quasi sempre riuscendo) ad impersonare, ad
ogni mossa, una delle invisibili identità di ciascuno dei giocatori. Ma subito
dopo avendo la sensazione di scomparire, come naufragando nel nulla, pur
essendone consapevole ed al tempo stesso perdendo la visibilità del proprio
corpo…Pensava che il mistero delle misteriose dissolvenze di aerei avvenute in
prossimità di quelle isole (che stava per raggiungere con uno scassato,
rumoroso bimotore Britten-Normen-BN-2 Islander)
avrebbe potuto aiutarlo a comprendere la ragione di quei suoi strani
sdoppiamenti che gli erano incessantemente occorsi, negli ultimi tempi. E nelle
occasioni più imprevedibili. Erano intanto ormai arrivati in vista delle isole
di Los Roques,
quando i motori aumentarono insopportabilmente la loro già intensa rumorosità,
senza ragioni apparenti. Non riuscì a vedere più nulla attorno a se. Nel
contempo gli sembrò di venir meno. (un’altra volta ebbe la stessa sensazione
allorchè si trovava in alta montagna, in Svizzera, a circa 4.000 mt di altezza ) Quando si
riprese ebbe ad accorgersi che vedeva tutto attorno a se più chiaramente di
prima. Tranne la propria fisicità corporea, che sembrava essersi dissolta. (Forse era proprio quello che voleva, senza
rendersene conto). Ed in effetti…così era.
(Lo spunto della parte riguardante il gioco degli
scacchi mi è stata offerta dal quasi omonimo racconto dello scrittore austriaco
S.Zweig,
opportunamente modificato).
Bluewind
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