Secondo l’Articolista di pag. 23 di Repubblica del 19/2/15, i lavori di restauro e ripristino effettuati nella
basilica del Santo ad Assisi “rischiano
di alterare gravemente i colori degli originali “ restaurati e, ad avviso di BW, non solo di questi. More solito, poiché non è
la prima volta che questo accade. Un meraviglioso affresco, databile nel 1200-1300
circa, raffigurante un cavaliere con il suo cavallo al galoppo in uno spazio
senza fine, sullo sfondo di un cielo praticamente nero costellato di numerosi
sprazzi di luce è stato tempo fa, restaurato e trasformato in ciò, così si
sostiene, che era prima, e cioè con un
cielo di colore normale (azzurro) senza sprazzi di luce e con un galoppo che
sembra effettuarsi su un tranquillo
sentiero di campagna. E non già, come
era prima dell’attuale intervento di ripristino,( e per effetto della mano
invisibile del tempo e delle diverse occasionalità che ne fanno parte), un galoppo nello spazio e nel tempo infiniti, cioè nell’infinito, immateriale ed eterno (il
buon Leopardi
direbbe: “nell’infinità”). In altra zona
(nel Maceratese) un altro affresco parietale raffigura la cacciata di Adamo ed
Eva dal Paradiso terrestre. Ma la parete affrescata mostrava le numerose
incisioni causate dai colpi si scalpello che, nel passato, avevano
infruttuosamente tentato di asportare l’affresco, ritenuto un pericoloso
veicolo di infezione dalla pestilenza, all’epoca imperversante nella zona. Senonchè
quelle incisioni causate dagli scalpelli, frammiste al pulviscolo della pioggia
sferzante su corpi nudi dei nostri
progenitori, rendevano ancor più tragica la scena. Non solo visivamente. e non si ritenga ciò una chiave interpretativa
troppo visionaria ed immaginifica, considerando altresì che anche Einstein
lo era, a suo modo. Avendo scardinato e
capovolto quella che si riteneva essere la tipologia realista della realtà. Cioè dell’esistente.
BW
Nessun commento:
Posta un commento