FAUTORI DEL BENE
Scesa la notte, Rimbaud raggiunse
la periferia di Harar
rimanendo in attesa delle sue amiche serali. Le iene. Con le quali
sentiva di avere una specie di affinità. Incontrollabile oscura e misteriosa. Che, sembra, accompagnasse l’uomo sin dalla
notte dei tempi. Come gli aveva spiegato il suo amico Freud, si trattava dell’inconscio. Che sempre spingeva verso il
bene ma nel contempo determinando, (forse) inconsapevolmente il male. Le iene erano
arrivate. Se ne era sentita già a distanza il loro puzzo. Gli diede la carne,
puzzolenta ma non troppo. Invitando gli altri europei ,che lo avevano
accompagnato ,a fare altrettanto. Lo imitarono. E le iene sembravano loro
grate. Poiché si limitavano a sfiorare le loro mani. Senza ferirli. Forse
riconoscendo loro una qual certa “affinità
elettiva”. Gli indigeni, abitanti di Harar,
consideravano tali rituali, che si susseguivano regolarmente ogni sera, come
abituali e tipici degli occidentali. Considerati, da tempo, come grandi parolai
ed altresì grandi propiziatori del bene. Ma, a volte, nel contempo, e forse
inconsapevolmente, creatori del
male. Ma forse era, incontrollabilmente, l’inconscio.
BW
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