(SERATA BLU) 20/6/1914.Un’estate a Baden.
Cittadina immersa tra
gli alberi ed affollata di casette, di vacanza, stile Biedermeier
e di caffè all’aperto. La notizia fece improvvisamente tacere le orchestrine ed
il brusio dei loro numerosi frequentatori. Ferdinando
e consorte erano rimasti vittime di un assassinio politico a Sarajevo.
Lo sgomento generale non fu pari quando la stessa sorte toccò, a Mayerling,
al principe Rodolfo. Figlio unico
dell’imperatore F.Giuseppe.
Di ben altra tempra, per le sue idee moderne e progressiste e, per questo,
benvoluto da tutti. Il vecchio contadino, per il quale le uniche novità ad
interessarlo erano quelle riguardanti il suo vigneto, non era consapevole di
essere portatore di una terribile profezia, quando ebbe a dire “E’ stata un’estate
quale da tempo non si vedeva. Avremo un vino straordinario. La gente si ricorderà a lungo di questa
annata…” Una strana fratellanza ebbe ad unire ben presto tutte le classi.
Tutti i ceti. Distratti da quell’evento (la guerra) che costituiva uno dei
pochi diversivi di una vita spesse ripetitiva e monotona. Le dame della buona
società giurarono solennemente (con dichiarazioni pubblicizzate sui quotidiani)
che non avrebbero più pronunciato una sola parola in francese o inglese. Anche
i letterati diedero un loro contributo, mediante una specie di sequestro dei
beni culturali del passato. (Non furono più rappresentate le opere di Shakespeare). Dopo l’entrata in guerra
dell’Italia, si cominciò anche a dubitare dell’italianità di…Dante.
Per le strade si videro con maggiore frequenza circolare degli strani carretti,
trainati da cani, con sopra mitragliatrici pesanti. Era la guerra. Che
infondeva in tutti un singolare entusiasmo e ,come ritenuto da Freud,
doveva considerarsi una sorta di disgusto della civiltà, con il
desiderio di staccarsi finalmente dal mondo borghese delle norme e delle leggi.
Ed in tal modo sfogare i primordiali istinti del sangue e dell’homo cosiddetto
sapiens. In effetti, dopo una pace che durava sin dal 1865, nessuno si rendeva
conto quale terribile esperienza fosse
la guerra. Che, secondo molti, non era altro che uno squillare di marcie trionfali
e non l’inizio di una lunga, penosa serata
blu.
Lo spunto di questo post è stato tratto da alcune pagine
di “Ricordi di un europeo” (Il mondo
di ieri) di S.
Zweig.
Bluewind
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