Su La Stampa del 22/8/14, pag 1, con il titolo “Il turista immobile” si riferisce il
caso, non si sa se per lodare o… per altro, di due turisti che da 45 anni
trascorrono le proprie vacanze estive nello stesso albergo a tre stelle di
Rimini. Ipotizzandosi che la stessa abitudinarietà e ripetitività venga, dai
suddetti turisti, utilizzata quale consuetudine di vita. Tornando a casa sempre
alla stessa ora. Sfogliando sempre lo stesso giornale. e così via…Che sia proprio questa la felicità ? Si
chiede l’Articolista. Non prendendo al riguardo posizione alcuna. No. Non è
questa la felicità. Ma cos’altro rimane a costoro se non la ripetività dei
gesti e delle abitudini in una collettività che, almeno in apparenza, desidera
essere abitudinaria e ripetitiva per non approfondire troppo il senso di un’esistenza
che si accontenta, sul piano collettivo, di pretese verità che sembrano essere
sostanzialmente camicie di forza psicologiche, e che invitano ad uniformarsi a ciò che si
enuncia, anche se risulta in contrasto, all’atto pratico, con ciò che viene
realizzato. Un esempio tra i moltissimi, nei quali, ad ogni piè sospinto, ci si
può imbattere. Quello delle pale eoliche per produrre energia. Che deturpano in
ogni dove i più ameni siti del nostro Paese. In contrasto con quella che viene
costantemente proclamata, dal basso come dall’alto, difesa dell’ambiente. E che, oltretutto, sembrerebbe che non siano neanche iniziative economicamente valide, per
quanto riguarda la loro gestione….
Bluewind
A volte ciò che pare indifferenza è solo saggezza di una posizione,interna,chiara. Quindi coerente a ogni "apparente" abitudine. Nell'abitudine "dinamica",vibra sempre tanta vita,atomi preziosi oer spaziare e immaginare altro. Ciao. Sono state buone le tue ferie? Mirka
RispondiEliminaRicche di noiosi adempimenti. Ciao. Mimmo
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