LA CASA BIANCA
Secondo gli economisti d’epoca( Rosseau, Sismondi, Malthus, Marx….ecc),
il benessere e con esso la sopravvivenza condivisa da tutti i membri della
società sono il fine ultimo e primario dell’economia. Per assicurare una qualche vivibilità, nell’antico Egitto, e dare sbocco alla immensa produttività agricola del Paese,
favorita da un sole splendente, da un suolo fertile e da una abbondante irrigazione
(oltre che per adempiere a precetti
religiosi)…vennero costruite le piramidi, con l’apporto del lavoro dei numerosi
operai ivi addetti, ai quali attraverso il cibo fornito (ed a quant’altro) venne
assicurato il sostentamento, risolvendo altresì il problema della abbondante
produttività agricola. Ed è pertanto il lavoro e la potenzialità di quest’ultimo
la vera risorsa primaria dell’umanità e
non il danaro (o i suoi equivalenti: azioni, obbligazioni ed altre alchimie
borsistiche). Che principalmente, costituiscono un mezzo di scambio, avente valore solo strumentale ed
accessorio. A patto che tutto funzioni nel modo giusto e senza che vengano
favoriti intenti eccessivamente egoistici. A tale riguardo ed in adesione a
tali principi, sembra che a suo tempo, il faraone ed i suoi funzionari si siano
attenuti ad un tenore di vita, (anche per motivi religiosi) ispirato a criteri
di estrema sobrietà. Come si evince, tra l’altro, dal fatto che tra le rovine
egizie non siano state reperite rovine di antichi Palazzi. Evidentemente, all’epoca, aveva
prevalso il senso etico e quello della misura. Se così non fosse quella casa,che
secondo la Sannia sarebbe stata inizialmente bianca, si sarebbe, con il tempo, ingrigita.
BW
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